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venerdì, 15 luglio 2011 - 21:38
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Il Dato

Quaderno Cesvot, le nuove dipendenze fra gioco, shopping e internet

Dati, esperienze e storie di vita
Immagine articolo - Il sito d'Italia

Fino a qualche anno fa le ‘dipendenze' erano quasi esclusivamente associate all'abuso di sostanze. Oggi, invece, si parla sempre più di “nuove dipendenze” per definire alcuni comportamenti o abitudini, spesso legati a contesti socialmente accettati, dei quali non possiamo fare a meno: lo shopping, il gioco, internet, sono solo alcuni esempi.

 

Nel volume “Le nuove dipendenze. Analisi e pratiche di intervento”, pubblicato da Cesvot e a cura di Valentina Albertini e Francesca Gori (Cesvot, “I Quaderni”, n. 52, luglio 2011, 185 pp.), una approfondita e aggiornata analisi del fenomeno ma anche esperienze di intervento e prevenzione realizzate grazie all'impegno sinergico di associazioni, gruppi di auto-aiuto e servizi territoriali. Infine storie, racconti e testimonianze. Il volume si sofferma in particolare sulle tecnodipendenze e le dipendenze da gioco, sesso e shopping, nonchè sulle strategie di intervento e prevenzione che è possibile attivare, soprattutto in ambito giovanile. Quasi mezzo milione di italiani, infatti, è affetto da dipendenza da gioco e cresce la quota dei giovani tra 15 e 19 anni. Questo l’identikit del giocatore patologico: maschio (78%), single, tra i 30 e i 40 anni, ha spesso almeno un genitore con problemi analoghi. Gli uomini sono anche i più colpiti dalla dipendenza da sesso (3-5% della popolazione), mentre le donne sono più spesso affette da shopping compulsivo, in particolare tra i 23 e i 31 anni. In forte aumento le tecnodipendenze, in particolare quelle legate ad internet: si stima che siano a rischio il 10% dei navigatori. I giovani i più esposti (13%), soprattutto se maschi tra 11 e 14 anni. Dati preoccupanti che negli ultimi anni hanno portato alla nascita di gruppi e associazioni e ad una maggiore collaborazione tra volontariato e servizi pubblici soprattutto sul fronte del gioco patologico, come evidenziano anche le esperienze pubblicate in questo volume.

 

In particolare il volume presenta i risultati del progetto di ricerca e sensibilizzazione “Scommetti che t’impegni”, che ha coinvolto 511 studenti fiorentini, e le esperienze maturate dai gruppi di auto-aiuto in Toscana e Trentino. In Italia si stima – ma è un numero in difetto – che siano oltre 50 i gruppi di auto-aiuto sulle nuove dipendenze, in gran parte dedicati al gioco patologico. In Toscana l’Associazione Giocatori Anonimi ha 5 gruppi di auto-aiuto tra Firenze, Livorno e Grosseto.

 

Nel libro la lunga e appassionata testimonianza di Stefano giocatore compulsivo: “era tutto come in un grande frullatore che girava in continuazione senza mai fermarsi; ho elaborato meccanismi mentali, menzogne, falsi alibi e pregiudizi sui quali ho poi costruito tutta la mia follia, un giorno alla volta. Sembra un paradosso ma è vero, io sono diventato un giocatore compulsivo un giorno alla volta, ora me ne rendo conto perchè un giorno alla volta sto cercando di recuperarmi”.

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