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operazione anti droga

Magherini, a tre mesi dalla sentenza arriva l'arresto del presunto spacciatore

Immagine articolo - Il sito d'Italia

L'importante operazione antidroga della squadra mobile della Questura di Firenze, coordinata dagli agenti di polizia giudiziaria della procura fiorentina, ha permesso l'arresto di sei persone, cinque cittadini albanesi ed una donna della Romania, che spacciavano cocaina in città. Uno dei sei arrestati è Armand Sufaj, ventinovenne, che secondo gli inquirenti era l'abituale fornitore di droga di molti fiorentini tra cui Riccardo Magherini, morto la notte tra il 2 ed il 3 marzo 2014 durante un fermo dei carabinieri in Borgo San Frediano. Secondo la Questura di Firenze l'uomo “avrebbe ceduto l'ultima dose di cocaina a Riccardo Magherini poco prima della morte”.

 

Se da una parte emerge come l'operazione anti droga abbia rilevato ancora una volta l'uso importante di cocaina a Firenze, l'arresto di Sufaj, che arriva dopo due anni dai fatti di quella notte, non aggiunge nulla di nuovo al processo in corso contro quattro carabinieri e due volontari della Croce Rossa, imputati per omicidio colposo.

 

L'accusa contro Sufaj, infatti, è relativa soltanto alla cessione di droga e non ci sarebbe quindi nessun collegamento con le cause di morte di Riccardo Magherini, oltretutto già ampiamente discusse dai medici legali in aula di tribunale nel corso delle udienze di un intenso processo che ha stabilito, da tempo, un calendario che porterà alla sentenza entro la fine di Giugno.

 

A tre mesi dalla lettura della sentenza, dopo decine di udienze, tornare, attraverso i comunicati stampa della Questura, a parlare di droga, di arresti, di spacciatori, associando il tutto alla morte di Riccardo Magherini, vorrebbe essere lo strumento per provare a screditare nuovamente l'immagine di un uomo così come è stato fatto nei giorni dopo la morte. Se fossero “segnali” da lanciare, avrebbero certamente il senso della debolezza.

 

Ma la realtà di questo processo appare invece essere composta da quelle testimonianze che la classe oratoria di certi avvocati ha provato a screditare. Delle persone che hanno visto quelle scene quella notte, con Riccardo Magherini che ha subito calci e compressioni dai carabinieri, mentre era già ammanettato a terra e costretto dai militari in posizione prona. Violenze inutili con lesioni riscontrate sul suo corpo fin dall'arrivo, ormai cadavere, al pronto soccorso. Lesioni che nessuno ha mai contestato ai carabinieri. Nemmeno due anni dopo.

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