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La replica a DDV

MoviSol: "Diego Della Valle attacca i politici? - Sono gli stessi che lo favoriscono"

Montezemolo e DDV salgono sul pulpito e scrivono lettere, ma mentre, per esempio, viene lanciata la campagna contro la Chiesa per il pagamento dell'Ici, NTV ottiene a livello locale e regionale una serie di agevolazioni e privilegi che hanno tanto il sapore di quelle (legittime) che otteneva l'impresa pubblica sotto il sistema delle Partecipazioni Statali: NTV, però, è un'azienda privata in mano a fondi lussemburghesi!
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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Nuovo Trasporto Viaggiatori, l’impresa ferroviaria che si appresta ad operare sul mercato italiano liberalizzato dell’Alta Velocità sulla rete ferroviaria italiana, in una recente Audizione presso l’8^ Commissione Lavori Pubblici, svoltasi al Senato della Repubblica in data 27 ottobre 2010, nel presentarsi al vasto pubblico, a suo dire, “si propone come «azienda amica»”. Vediamo “amica” di chi …

In premessa occorre precisare che le partecipazioni azionarie in NTV, dalla Divisione per le grandi destinazioni della Società statale delle ferrovie francesi (SNCF/VFE-PSA) agli altri soci (che per la maggior parte fanno riferimento a fondi o a private equity lussemburghesi), fanno dubitare circa l’italianità della cordata. Oltretutto, i treni di NTV sono della francese Alstom e il sistema informatico di prenotazioni e gestione è fornito da SNCF.

Occorre altresì segnalare un’altra importante questione, che pone seri dubbi sul fatto che si tratti “di una operazione di puro mercato: gli imprenditori rischiano capitali propri senza disporre di alcun sussidio pubblico”, così scrive NTV nel documento sopra citato, presentato al Parlamento Italiano.

Infatti, nessuno ha spiegato ai cittadini ed ai contribuenti italiani i motivi per cui lo Stato abbia rilasciato la licenza a NTV senza gara pubblica; così come si sia permesso di far correre i treni di NTV sulla rete ferroviaria italiana ad alta velocità, costruita con i contributi fiscali di tutti i cittadini, non essendo il costo del pedaggio pagato da NTV a RFI adeguato ai costi sostenuti per la costruzione e la manutenzione delle linee AV (A. Bozzi, Nuovo Trasporto Viaggiatori, Istituto Bruno Leoni Focus n°116, 24 novembre 2008, pag.4).

Inquietante, inoltre è il fatto che, “dopo aver tentato di ottenere la disponibilità di un centro di manutenzione da parte di RFI, NTV decide di procedere alla costruzione di un proprio impianto presso l’interporto di Nola” (così si legge nel richiamato documento NTV, come se RFI debba essere obbligata a concedere centri di manutenzione per i treni a tutte le nuove compagnie ferroviarie!!!), e che in tale operazione sarebbe stata esclusa “dalla necessità di avviare le procedure di richiesta di concessione edilizia e dal pagamento degli oneri concessori e di urbanizzazione previsti dal Comune di Nola”. NTV sarebbe stata addirittura esentata dalla obbligatoria valutazione ambientale strategica (VAS) e dalla specifica valutazione d’impatto ambientale (VIA) solo perché dette officine sorgono su una concessione regionale, che ha permesso a NTV di avere “la cessione dei terreni senza pagamento degli oneri per 99 anni: un bel vantaggio industriale” (C.Paolin, Il Fatto quotidiano, 9 e 10 novembre 2010).

Tale questione è stata denunciata in alcune interrogazioni parlamentari: ci domandiamo legittimamente con quale attenzione i Senatori dell’8^ Commissione Lavori Pubblici abbiano recepito il sopra citato documento di NTV …

Infine, come non ricordare che uno dei “gioielli di Italia ’90, diventato un ricovero per barboni” (L. Garrone, Corriere della Sera, Roma, 17 novembre 2010): l’Air Terminal Ostiense, venduto da FS grazie alle cartolarizzazioni, diventerà l’hub di NTV (a memoria si ricorda che Montezemolo fu il direttore generale del comitato organizzatore della coppa del mondo di calcio Italia ’90).

“Ciliegina sulla torta”, risulta che la formazione dei lavoratori di NTV, per un costo complessivo presunto pari a 15 milioni di euro, sia a carico della Provincia di Roma (provincia.roma.it/provinz/news/5138), che goda dunque di un finanziamento pubblico, sempre a carico dei contribuenti italiani.


Un’altra notizia, passata in uno scandaloso silenzio ma che merita risalto, è quella riferita ad un significativo emendamento presentato dal deputato Pdl della Commissione Finanze, Alessandro Pagano, che, nell’articolo 10 al decreto sviluppo approvato dalla Camera il 21 giugno 2011, era riuscito a fare inserire “un sovrapprezzo al canone dovuto per l’esercizio dei servizi di trasporto passeggeri a media e lunga percorrenza, non forniti nell’ambito di contratti di servizio pubblico, per la parte espletata su linee appositamente costruite e/o adattate per l’Alta Velocità pari o superiore a 250 km/h”; ciò al fine di reperire “le risorse necessarie” da destinare alla “necessità di assicurare la copertura degli oneri per i servizi universali di trasporto ferroviario di interesse nazionale, oggetto di contratti di servizio pubblico”. “La società NTV”, naturalmente, “non aveva gradito la novità”, fatto sta che la cosiddetta “tassa sull’Alta Velocità” è stata eliminata in tutta fretta dopo, “forse, i due incontri avuti negli ultimi quattro giorni tra il ministro Tremonti e i vertici della Società” NTV (www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=11263&idSezioneRif=9).

A questo punto segnaliamo che “Italia Futura”, la Fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, ha pubblicato il 19 agosto 2011 sul suo sito internet una “contromanovra”, in risposta a quella del Governo contenuta nel disegno di legge di conversione del decreto legge n°138 del 13 agosto 2011.

Al momento non si tratta di analizzare punto per punto le “10 idee” contenute nel documento politico di detta Fondazione; ci pare però doveroso, per completezza di quanto sopra esposto, segnalare alcuni punti attinenti gli argomenti in questione. Primo fra tutti il continuo richiamo al “mercato” e alle “liberalizzazioni”, sposando appieno le proposte avanzate dall’Istituto Bruno Leoni sulle quali torneremo in un documento più approfondito (tra queste, la separazione proprietaria tra il gestore della rete RFI e l’operatore ferroviario Trenitalia, l’obbligo di effettuare le gare di assegnazione del trasporto regionale, l’obbligo di effettuare gare anche per il servizio di media e lunga percorrenza). Insomma, una riorganizzazione aziendale, una riforma normativa e una riforma di regolazione da realizzare per poi procedere alla vendita e alla privatizzazione delle Ferrovie Italiane.

Un’altra significativa “idea” concerne la vendita del patrimonio mobiliare e immobiliare dello Stato e degli Enti Locali, ma più di tutte “brillano le idee” sulla previdenza e sul lavoro: qua la Fondazione di Montezemolo mostra il suo vero volto! Infatti, per quanto riguarda la previdenza chiede di sopprimere, “chiudere con le pensioni di anzianità”, in quanto riferite ad istituti da “superare definitivamente” (sic!); circa l’età pensionabile femminile propone l’immediata eliminazione della “differenza rispetto all’età pensionabile maschile”; propone inoltre di anticipare l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita “con l’obiettivo di portare l’età pensionabile a 67 anni”. Sul lavoro chiede l’introduzione di un unico contratto, fermo restando che “nessuna inamovibilità per motivi economici e organizzativi” deve essere concessa ai lavoratori dipendenti, ovvero le aziende devono avere la libertà di licenziare quando vogliono per motivi economici e organizzativi.

Come si è potuto constatare, le “idee” della Fondazione di Montezemolo non si discostano molto da quelle del Governo né tanto meno da quelle delle opposizioni; con qualche “distinguo” le argomentazioni sono univoche anche se, ad onor del vero, sono molto più vicine alla cosiddetta opposizione.

Per dimostrare che la “contromanovra” di Montezemolo ha altri scopi, appare significativo riportare alcuni dati circa le manovre del Governo.

Tra questi, i dati riferiti al rapporto debito pubblico/PIL, che al 2010 ha chiuso al 119% (nel 1980 il rapporto debito pubblico/PIL era al 55%; nel 1991 era al 98%; nel 1994 era salito al massimo col 121,8%; nel 2007 era sceso al 103,6%), dimostrano che il debito pubblico, proprio nel momento clou delle cartolarizzazioni/privatizzazioni (1991/1994) è schizzato alle stelle, dimostrando che non sono le (s)vendite e/o le privatizzazioni del patrimonio e delle aziende pubbliche italiane a sanare i conti dello Stato e degli Enti locali.

Proseguendo sulla previdenza, dati Eurostat riportano che il nostro Paese è perfettamente in linea con le età medie di pensionamento per uomini e donne, con anni 60,8 gli uomini e 60,7 le donne (dimostrando altresì che già adesso in Italia esiste la “parità” tra uomo e donna circa l’età pensionistica). In Francia ad esempio l’età media per gli uomini è a 59,4 e a 59,1 per le donne; in Germania 62,1 gli uomini, 61,4 le donne.

Pertanto in Italia sono state ben altre le situazioni che hanno alimentato l’indebitamento: dallo smantellamento quasi totale dei settori economici strategici ai sussidi ai “bravi” imprenditori, i più legati ad ambienti industriali-finanziari stranieri; dagli eccessi negli investimenti non produttivi che hanno permesso la deindustrializzazione del paese a favore degli sprechi alla evidente costruzione di un apparato politico e pubblico-burocratico finalizzato all’occupazione e alla “mungitura” del Paese. Un ruolo sull’impoverimento del Paese sicuramente è da ascriversi anche alle delocalizzazioni delle industrie italiane. Anche Luca Cordero di Montezemolo avrebbe pensato ad una “delocalizzazione di alcuni reparti produttivi della Cassina di Meda, storica azienda dell’arredamento di design, che nel 2005 è entrata nell’orbita di Poltrona Frau”, gruppo controllato da Charme, il fondo finanziario lussemburghese che fa capo appunto a Montezemolo, che dunque “sta pensando di trasferire il reparto cuciture in Romania” […] “a rischiare il posto sarebbero circa 50 lavoratori (in gran parte donne), tra dipendenti ed esterni”; nel contempo, il Fondo Charme ha dato all’amministratore delegato di Cassina “un premio pari a un milione e mezzo di euro” (G. Cazzato, Il Venerdi di Repubblica, 5 agosto 2011).

Inoltre è evidente che le manovre del Governo di luglio e agosto 2011, contengono un forte attacco ai diritti dei lavoratori, in particolare ai CCNL, alla rappresentanza e alla democrazia nei luoghi di lavoro, al salario, all’orario, ecc…. Ciò non discosta di molto dai contenuti del recente accordo sottoscritto da CGIL-CISL-UIL-UGL in data 28 giugno 2011, pertanto non è giustificabile il ricorso allo sciopero generale della CGIL, previsto in data 6 settembre p.v.. Altresì, la libertà di licenziare richiesta dalla Fondazione di Montezemolo si sposa perfettamente con le linee governative e ben si accosta, coerentemente, con i contenuti del recente accordo sul Contratto Collettivo di lavoro, sottoscritto tra la società NTV e le organizzazioni CGIL-CISL-UIL-UGL-FAST.

I contenuti dell’intesa raggiunta tra i Sindacati e NTV superano in audacia le stesse deroghe al CCNL dei metalmeccanici, sottoscritte a suo tempo da Marchionne a Pomigliano circa orario di lavoro, turni, flessibilità nel suo complesso, sistema retributivo, previdenza, assistenza sanitaria e assicurazione sugli infortuni sul lavoro – addirittura anticipando in questo il citato IBL, che tra le sue proposte chiede la liberalizzazione dell’assicurazione contro gli infortuni e la vendita dell’INAIL alle grandi assicurazioni/banche/finanza, già chiamate a rispondere dei motivi della crisi attuale.

Queste novità e deroghe contrattuali (normative e salariali) non solo danneggiano i “nuovi” ferrovieri, sottoposti a nuovi e peggiorativi titoli di contratto, esponendoli ai ricatti dei nuovi “padroni del vapore”, ma in prospettiva fanno altresì arretrare nei propri diritti normativi e salariali gli stessi “vecchi” ferrovieri dipendenti dalle imprese del Gruppo FS. Oltretutto, lo stesso differenziale economico, stimato intorno al 40%, che di fatto ufficializza e rende legale il dumping contrattuale, danneggerà ed esporrà ulteriormente le imprese del Gruppo FS.

L’accordo con NTV è stato giustificato da alcuni per il fatto che “tiene conto della particolare […] situazione di azienda start-up”, la quale ha bisogno del tempo necessario per raggiungere il “break even” (V.Maccari, Il Tempo, 27 luglio 2011; P. Russo, La Stampa, 27 luglio 2011).

Allora è proprio vero che NTV è una “azienda amica”, anzi, più amica delle altre …

La vicenda intorno alla firma di questo accordo tra NTV e i Sindacati andrebbe raccontata nei suoi minimi particolari da chi la conosce bene, perché significativa di episodi illuminanti che mostrano la realtà dei “tavoli” contrattuali, soprattutto quelli nazionali, intorno ai quali si giocano aspetti il più delle volte sconosciuti ai lavoratori. Infatti, strane e indecifrabili sono le poche informative sindacali circolate tra i lavoratori sull’argomento, che però sembrano mettere in luce l’esistenza di alcune “faide” tra le OO.SS, tra le associazioni datoriali (NTV, infatti, al momento non risulterebbe aderente a Confindustria), tra queste e le associazioni sindacali, che coinvolge addirittura rappresentanti del Ministero dei Trasporti intervenuti nelle trattative. La lettura di comunicati o altro che riportano virgolettate teorie su “tariffe sindacali”, oppure di “sfruttamento del lavoro”, nonché di “rappresaglie negoziali”, necessitano di veri e trasparenti chiarimenti pubblici per i lavoratori e i cittadini tutti.

In conclusione, alla luce di quanto sopra illustrato una breve riflessione si impone. Oramai pare che tutti, nessuno escluso, siano stati contagiati dall’informazione “gossip”, la quale sempre porta nelle nebbie della disinformazione, facendo così perdere il senso della realtà, dei problemi reali. Ebbene, oggi pare essersi diffuso una sorta di “gossip sindacale” che durante tutta l’estate ci ha parlato di vagoni letto e di ministri, di pulizia, etc…, di pochi singoli aspetti che hanno contribuito a porre in secondo piano i veri problemi dei lavoratori e che, nel contempo, non ha denunciato ma anzi ha favorito l’attacco alle Ferrovie dello Stato Italiane, un’azienda strategica oggi più che mai esposta alla “razzia” delle privatizzazioni utilizzate ai fini dell’alienazione di tutto il Paese.

 

O.r.s.a. Toscana - MoviSol (Movimento internazionele per i diritti civili - Solidarietà)

 

 

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