Il sequestro della documentazione e di materiale informatico eseguito dalla guardia di finanza lo scorso settembre nello studio dell'avvocato Albero Bianchi, ex presidente della Fondazione Open che sosteneva le iniziative politiche di Matteo Renzi, è stato "del tutto legittimo" e ha rispettato "il criterio di adeguatezza e proporzionalità" previsto dalla legge. Lo ha stabilito il tribunale del riesame nell'ordinanza con la quale ha respinto il ricorso presentato dal difensore di Bianchi, avvocato Nino D'Avirro. Bianchi è indagato dalla procura di Firenze in un'inchiesta per traffico di influenze. Secondo l'accusa, al centro dell'inchiesta ci sarebbe un pagamento effettuato dalla società di costruzioni Toto a Bianchi, allora presidente della Fondazione Open, per una consulenza legale da lui effettuata. Secondo i riscontri della procura, parte di quel denaro sarebbe stato poi versato dallo stesso Bianchi nelle casse della Fondazione Open.
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