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Palazzo Vecchio

Bolkestein, le opposizioni : “Tenuti fuori i cittadini da commissione pubblica. È una vergogna"

La Presidente Biti assiste alla scena ed avalla la decisione di non consentire l’accesso ai cittadini che chiedevano di partecipare ad una seduta pubblica di commissione: “inadeguata per il ruolo che ricopre”
Immagine articolo - Il sito d'Italia

“L’immagine che l’amministrazione comunale fiorentina ha offerto questa mattina di fronte a Palazzo Vecchio è l’emblema del disprezzo per la partecipazione democratica e per la trasparenza che il Partito Democratico sta offrendo, da qualche anno a questa parte, a qualsiasi livello istituzionale.

I ‘governanti’ rinchiusi e barricati all’interno del palazzo, presidiato e reso inaccessibile ai cittadini interessati soltanto ad ascoltare le decisioni che riguardano il loro futuro lavorativo, sono scene figlie del tempo di Luigi XVI e di Maria Antonietta e che sinceramente eviteremmo di rivivere nella Firenze del 2016; nell’attesa che qualche esponente del PD si affacci alle finestre di Piazza della Signoria per consigliare ai cittadini ‘che chiedono di poter continuare a portare il pane a casa’ di iniziare a ‘mangiare le brioches’”. Con una punta di ironia, ma anche e soprattutto con tanta rabbia e delusione, i capigruppo delle forze di opposizione di Palazzo Vecchio commentano così quanto accaduto questa mattina.

 

“Alle 8.45 – raccontano Jacopo Cellai, Tommaso Grassi, Arianna Xekalos, Cristina Scaletti, Francesco Torselli e Miriam Amato – si sarebbe dovuta svolgere una commissione consiliare sul tema della direttiva Bolkestein, ma quando siamo arrivati a Palazzo Vecchio abbiamo notato che di fronte al portone del comune vi erano circa un centinaio di ambulanti, interessati ad ascoltare la seduta della commissione che, lo ricordiamo a tutti, per legge deve essere pubblica ed aperta ai cittadini, i quali si lamentavano di non riuscire ad accedere a Palazzo Vecchio”.

 

“Abbiamo chiesto spiegazione – proseguono nel racconto i consiglieri di opposizione - alla Polizia Municipale, al presidente della commissione e perfino alla presidente del consiglio comunale, ottenendo come risposta il fatto che la commissione era stata convocata in una stanza (la sua sede naturale) non adatta ad ospitare un così alto numero di partecipanti. Ed a quel punto abbiamo avanzato la richiesta più logica e di buon senso possibile: spostare la commissione nella stanza di fianco a quella dove era stata convocata (la sala “Firenze Capitale”), libera ed in grado di ospitare una sessantina di persone”.

 

“È a questo punto – spiegano Cellai, Grassi, Xekalos, Scaletti, Torselli e Amato – che la verità è venuta tristemente a galla: nessun problema di capienza o di organizzazione delle sale, ma una sola ed indiscutibile scelta politica voluta dal Partito Democratico, escludere gli ambulanti ed i cittadini interessati dalla discussione sull’applicazione della direttiva Bolkestein. Scelta confermata anche dal fatto che la stessa commissione, alla quale per rispetto degli ambulanti, ma ancora prima per dignità verso il ruolo di rappresentanti istituzionali che ricopriamo, ci siamo rifiutati di partecipare, ha annullato anche la commissione redigente per scrivere il nuovo regolamento, delegando tutto alla volontà del sindaco e della giunta”.

 

“Impedire ai cittadini di entrare all’interno del loro palazzo (perché Palazzo Vecchio è sempre stato e sempre sarà dei fiorentini e mai sarà del Partito Democratico) è un atto vergognoso, che merita di non finire qui, ma di essere portato avanti in tutte le sedi opportune. E ancora più vergognoso è il fatto che ad avallare ed a sottoscrivere questa decisione (probabilmente voluta ed imposta dal sindaco) sia stata la presidente del Consiglio Comunale, Caterina Biti, cioè colei che dovrebbe dimostrarsi la garante delle istituzioni fiorentine e che, invece, ancora una volta non ha perso l’occasione di dimostrarsi assolutamente inadeguata a ricoprire questo ruolo. Al presidente della commissione sviluppo economico, Fabio Giorgetti, vogliamo invece esprimere tutta la nostra solidarietà: rinunciare alla propria libertà intellettuale per obbedire ad ordini assurdi e paradossali non deve essere facile, ma del resto è il prezzo da pagare per stare oggi nel Partito Democratico”.

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