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Presentato oggi l'accordo

Confindustria e Intesa San Paolo: 6 miliardi per le imprese della Toscana

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

È stato presentato oggi a Firenze l’accordo triennale tra Confindustria Piccola Industria ed il Gruppo Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese, per cogliere le opportunità offerte dalla “quarta rivoluzione industriale”.

 

La partnership, che mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro dei quali 6 miliardi destinati alle imprese della Toscana grazie alle due banche del Gruppo – Banca CR Firenze e Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia -, viene presentata dentro i luoghi deputati ad accogliere e far proprie le finalità dell’accordo: le imprese. Alla presentazione che si è svolta infatti presso la Imaginalis di Sesto Fiorentino hanno partecipato, tra gli altri, Stefano Ciuoffo, assessore alle attività produttive, credito, turismo e commercio della Regione Toscana, Alberto Baban, presidente Confindustria Piccola Industria, Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo, Daniele Borghi, Osservatorio dell’Innovazione Intesa Sanpaolo, Maurizio Bozzi, presidente Piccola Industria Confindustria Toscana, Stefano Gabbrielli, presidente Piccola Industria Confindustria Firenze, Damiano Fortuna, CEO e presidente Imaginalis.

 

Per l’industria italiana, costituita soprattutto da PMI, lo sviluppo di Industria 4.0 e il relativo Piano del Governo possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Le

opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono un intervento a tutto tondo, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso. Occorre partire subito perché le tecnologie sottostanti Industry 4.0 necessitano di 10-15 anni per raggiungere la completa maturità nel mercato ed essere pienamente efficienti.

 

Alberto Baban, presidente Piccola Industria Confindustria: "Il roadshow, che stiamo realizzando da diversi mesi insieme a Intesa Sanpaolo, ci ha permesso di portare il confronto su Industria 4.0 negli stabilimenti produttivi, consentendoci di accompagnare meglio le imprese nel processo di trasformazione digitale e nella valorizzazione dei propri punti di forza per riuscire ad attrarre importante liquidità sia attraverso i canali finanziari tradizionali che quelli più innovativi. La quarta rivoluzione industriale, infatti, è prima di tutto un'evoluzione della modalità di connessione tra produttore e consumatore in grado di accorciare le distanze. Per le nostre piccole e medie imprese è un'opportunità imperdibile perché non tutte riescono, attraverso processi di internazionalizzazione più classici, a intercettare il cliente finale. La disintermediazione frutto della rivoluzione digitale permette a tutte le aziende, di qualunque taglia, di interagire con i consumatori evoluti guadagnando fette di un mercato potenziale enorme. Non ci sono più alibi, l'azienda da un miliardo di euro si può fare ovunque, basta riuscire a comprendere e anticipare le esigenze dei nuovi consumatori".

 

Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo:

L’accordo che presentiamo oggi vuole aiutare le aziende a migliorare la loro capitalizzazione e a cogliere le grandi opportunità che la digitalizzazione e i nuovi scenari offerti dalla quarta rivoluzione industriale offrono. Oggi le aziende toscane possono beneficiare di condizioni uniche per affrontare scelte di investimento, grazie alla sinergia tra incentivi fiscali e normativi, tassi d’interesse favorevoli, ampiezza degli strumenti finanziari a disposizione. Le iniziative per Industria 4.0 vedono il Gruppo Intesa Sanpaolo a fianco di Confindustria e Piccola Industria fortemente impegnati nel diffondere una maggiore consapevolezza tra gli imprenditori. L’accordo presentato ci vede inoltre impegnati a sostenere il nostro sistema produttivo forti della capacità di rappresentare l’acceleratore dell'economia reale: nel primo semestre 2017 abbiamo fornito alle imprese e alle famiglie toscane 1,7 miliardi di credito a medio e lungo termine, un dato in crescita di circa il 35 % rispetto al 2016.”

 

Stefano Ciuoffo, assessore attività produttive, credito, turismo e commercio Regione Toscana: "In questo momento in Toscana, grazie anche al consistente sforzo che la Regione sta facendo, il sistema produttivo sta gradualmente prendendo coscienza delle potenzialità e dell'importanza dell'approccio al “paradigma Industria 4.0”. La Regione ha allocato negli ultimi anni il più grande quantitativo di risorse della sua storia nelle politiche di sostegno a Ricerca sviluppo e innovazione e a favore di investimenti produttivi: per le misure specifiche per RS&I circa 650 milioni di euro, a cui aggiungere quelle per garanzie investimenti e fondi rotativi, a cui aggiungere aiuti per internazionalizzazione. Oltre agli aiuti per risparmio energetico intorno ai 35 milioni euro. Le risorse per la cosiddetta emergenza economia (garanzia per liquidità, microcredito di necessità) ammontano a circa 100 milioni di euro. Uno sforzo finanziario dunque senza precedenti peraltro profuso nella fase di massima recessione. Adesso dobbiamo concentrare gli sforzi per creare un collegamento sempre più stretto tra tutti i soggetti coinvolti: imprese, università, laboratori di ricerca, pubblici e privati. Con tutti questi puntiamo a costruire un “ecosistema” Industria 4.0 che ha lo scopo di affiancare e accompagnare le imprese toscane, soprattutto quelle più piccole".

 

I QUATTRO PILASTRI DELL’ACCORDO:

ECOSISTEMI DI IMPRESE E INTEGRAZIONE DI BUSINESS; FINANZA PER LA CRESCITA; CAPITALE UMANO; NUOVA IMPRENDITORIALITÀ

 

- Ecosistemi di imprese e integrazione di business

Il Gruppo Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria intendono mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Per la realizzazione dei progetti di sviluppo delle imprese, Intesa Sanpaolo si avvarrà anche del proprio Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo nel campo dell’innovazione. L’iniziativa intende rappresentare anche un momento evolutivo di AdottUp, il Programma per l’adozione delle start up” e offrire nuove opportunità alle start up in esso sviluppate.

- Finanza per la crescita

L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato sui fattori qualitativi legati al credito: tra questi la capacità innovativa, la formazione e la strategicità della catena fornitore-champion. Sono inoltre previste adeguate soluzioni finanziarie a medio-lungo termine oltre al migliore utilizzo degli strumenti di supporto, a cominciare dal rinnovato Fondo di Garanzia. Per programmare la crescita, bilanciando i livelli di debito a favore del capitale di rischio, è fondamentale il ricorso all’Equity per il rafforzamento del sistema produttivo. A tal proposito l’accordo intende sviluppare iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese. Infine si prevede l’estensione a comparti strategici per l’economia italiana del Progetto Filiere, l’innovativo modello di credito del Gruppo Intesa Sanpaolo che ha finora prodotto 330 contratti con aziende capofila con oltre 15 mila fornitori e un giro d’affari di 55 miliardi.

- Capitale umano

L’accordo punta anche a favorire l’alternanza scuola-lavoro con l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui lo studente consolidi e arricchisca le conoscenze apprese, sviluppando competenze spendibili nel mondo produttivo o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese, in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.

- Nuova imprenditorialità

Il Gruppo Intesa Sanpaolo mette a disposizione il modello di valutazione delle startup. È un nuovo algoritmo DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle Regole di concessione del credito, a supporto della valutazione creditizia delle start up e in futura estensione alle PMI innovative. Si tratta del primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito, basato su logiche derivate dalla valutazione degli investitori in Venture Capital, mutuando le competenze costruite negli ultimi anni all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Questo nuovo strumento consente alle imprese e alla banca di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle misure governative e le agevolazioni per la crescita, recentemente estese dal Piano Industria 4.0.

 

 

L’ECONOMIA DELLA TOSCANA (elaborazione Studi e Ricerche-Industry di Intesa Sanpaolo)

L’economia toscana si caratterizza per un’elevata propensione a esportare: un terzo del valore aggiunto regionale è destinato ai mercati esteri, dato superiore alla media nazionale che si attesta al 28%. Questa maggior vocazione verso i mercati stranieri sostiene l’avanzo commerciale della regione che nel 2016 è stato superiore a 11 miliardi e ha rappresentato il 22% del dato italiano.

Decisamente preponderante il ruolo svolto da Firenze nell’attività di esportazione regionale: nel 2016 il 33% dell’export toscano è stato realizzato dal capoluogo grazie in particolare ai beni della filiera della pelle, della meccanica e dell’abbigliamento.

 

I dati disponibili per il primo trimestre 2017 evidenziano un’intonazione positiva delle esportazioni con una crescita tendenziale del 10% guidata in particolare dal settore farmaceutico e dal sistema moda (filiera della pelle e abbigliamento).

 

Nella seconda parte del 2017, l’export della regione potrà continuare a crescere a tassi sostenuti, in presenza di un contesto macroeconomico favorevole. La crescita dei mercati è, infatti, diffusa nelle diverse aree geografiche; in particolare è ripartito anche il mercato russo che risulta strategico soprattutto per i settori della meccanica e per il sistema moda.

 

Accanto alla dinamica della domanda esterna, risulterà cruciale per la ripresa dell’economia locale, la spinta del canale interno e soprattutto degli investimenti. Più in particolare, sarà importante cogliere la sfida del digitale attraverso un’accelerazione degli investimenti, finora frenati dall’incertezza e da una domanda stagnante. L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi, alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne.

 

Si tratta di una sfida fondamentale per le imprese toscane che mostrano un grado di utilizzo delle tecnologie ICT in aumento e su livelli per lo più allineati alla media italiana:

  • nel 2016 la diffusione della banda larga nelle imprese toscane è salito al 92,4% dal 79,6% del 2008, in crescita di circa 13 punti percentuali;

  • la percentuale di imprese con sito web nel 2016 si è portato al 70% circa del totale delle aziende toscane con più di dieci addetti, in netto miglioramento rispetto al 2008 (quando era pari al 56% circa);

  • la quota di addetti che utilizzano internet nelle imprese con più di dieci addetti è pari al 43,6%, in progresso rispetto al 2008 di oltre 10 punti percentuali.

 

Il territorio può contare inoltre su una buona dotazione di capitale umano: in Toscana non solo la percentuale di popolazione con istruzione terziaria è più elevata rispetto al resto d’Italia (nel 2016 nella fascia d’età 30-34 anni era pari al 29,2% vs il 26,2% della media italiana), ma è anche più alta la quota di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche. Il tessuto produttivo locale mostra poi un’intensità della ricerca&sviluppo, in crescita e allineata alla media italiana, e una propensione a brevettare superiore al dato italiano. Si evidenzia invece un divario sulla presenza di startup innovative: infatti a fronte di una media di 1,5 startup ogni 1.000 imprese attive in Italia, in Toscana il dato si ferma a 1 startup con un valore assoluto di circa 360 imprese. Di queste 360 circa il 40% si trova a Firenze che si colloca al nono posto per numero di start-up, mostrando un’intensità del fenomeno in linea con la media nazionale.

 

La progressiva digitalizzazione dei processi produttivi potrà essere favorita anche dalla presenza di una buona quota di imprese locali che producono macchinari 4.0: da una recente indagine svolta da Intesa Sanpaolo ad aprile 2017 nella Direzione Toscana Umbria emerge un’elevata capacità delle aziende locali di rispondere alla crescente domanda di beni incentivabili. Tra le 59 aziende della meccanica intervistate, il 65% delle imprese con beni incentivabili produce macchinari interconnessi o 4.0, un dato solo di poco inferiore a quanto osservato a livello nazionale. I principali fattori abilitanti per lo sviluppo di questi macchinari sono la presenza di un centro di ricerca interno all’azienda percepito come molto rilevante per il 75% delle imprese; è poi importante operare all’interno di una filiera, attraverso l’interazione con i clienti (50%) e con i fornitori di tecnologia (42%).

 

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