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Presentati stamani dall’assessore Bettini

I piani del Comune di Firenze per rischio sismico e per neve, ghiaccio e basse temperature

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

C’è la descrizione della fasi necessarie per organizzare e fare scattare la macchina comunale. E ci sono gli elementi per la pianificazione dell’emergenza, del monitoraggio e dello scenario del danno.

È il primo piano comunale per la protezione civile per il rischio sismico, 40 pagine di schemi, disegni e analisi per sapere come reagire a questa calamità.
A presentarlo, questa mattina a Palazzo Vecchio, l’assessore all’ambiente e alla protezione civile Alessia Bettini e la responsabile della protezione civile del Comune Patrizia Verrusio. L’amministrazione comunale si è anche attrezzata non solo per fronteggiare grandi catastrofi come il terremoto ma anche per far fronte ad eventi eccezionali causati da neve, ghiaccio o basse temperature aggiornando l’apposito piano (che risaliva al 2011).

‘Piano per rischio sismico’
È alla sua prima approvazione. Gli esperti hanno elaborato un cosiddetto ‘scenario di danno’ con la localizzazione e l’estensione dell’area maggiormente colpita, la funzionalità delle reti dei trasporti, delle vie di comunicazione e delle linee di distribuzione, oltre che le perdite previste in termini di vite umane, feriti, senza tetto, edifici crollati e danneggiati (ed il corrispondente danno economico).
«Questo quadro informativo – ha spiegato l’assessore Bettini – ci ha consentito di progettare l’attività di pianificazione per la gestione dell’emergenza. Consapevoli che il terremoto è un fenomeno non prevedibile, al suo verificarsi occorre attuare, oltre alla messa in sicurezza della popolazione, tutta una serie di attività».
Tra queste la verifica e riattivazione servizi essenziali, l’informazione, la tutela dei beni culturali, l’assistenza ai turisti e la verifica sugli edifici strategici e rilevanti.
«Gli obiettivi indicati – ha sottolineato l’assessore alla protezione civile - si raggiungono attraverso l’attivazione di tutte le fondamentali componenti del sistema protezione civile: l’amministrazione comunale in tutte le sue componenti, l’azienda sanitaria, il commando dei vigili del fuoco, le aziende di pubblica utilità e il volontariato di protezione civile».
«Finalmente viene stabilito chi interviene e cosa fa ogni soggetto coinvolto – ha rilevato il presidente d ella commissione ambiente Fabrizio Ricci – poiché nei momenti di panico il coordinamento è essenziale per operare al meglio. I piani elaborati con grande professionalità dalla protezione civile entrano nello specifico non lasciando niente al caso».
Al verificarsi dell’emergenza il sindaco, in qualità di autorità comunale di protezione Civile, si avvale del ‘Centro Operativo Comunale’ (Coc) che ha sede alla protezione civile, in via dell’Olmatello. Qui dirige e coordina i servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita. Durante le emergenze tutte le componenti del Coc sono attive 24 ore su 24. Per la messa in sicurezza dei cittadini sono individuate e organizzate aree di attesa della popolazione, aree di attesa con sosta, centri e aree di assistenza dei cittadini. Tutte sono gestite in collaborazione con il volontariato che svolge attività di comunicazione delle informative del sindaco e consegna i primi generi di conforto.
«Attività di primaria importanza – ha ricordato Patrizia Verrusio – è la formazione/informazione che si realizza attraverso la preparazione della popolazione in tempo di normalità. Quest’anno la protezione civile ha avviato una campagna informativa sul rischio sismico, attraverso la realizzazione di un pieghevole che descrive i comportamenti da tenere prima, durante e dopo il terremoto. Fondamentale il mantenimento degli incontri con la popolazione in collaborazione con i Quartieri ed il coinvolgimento nelle esercitazioni».
«In considerazione della forte vocazione turistica del nostro Comune – ha aggiunto l’assessore Bettini – nelle prime fasi dell’emergenza è prevista l’integrazione del centralino con personale in grado di fornire informazioni in lingua inglese, tedesco, arabo e altre, secondo le indicazioni del responsabile. I turisti andranno poi indirizzati ai consolati di appartenenza. Tutte le attività di protezione civile rimangono in essere fino al ritorno alla normalità».

‘Piano per rischio neve, ghiaccio e basse temperature’
Si tratta di un importante aggiornamento: la riforma del 2012 prescrive che venga adottato, come tutti i piani di protezione civile, dal consiglio comunale (nel 2011 fu approvato solo in giunta). All’interno del documento viene delineato il sistema di allertamento che, nel rispetto delle direttive statali e regionali, individua quattro livelli attraverso una serie di colori. Per il ‘rischio neve’ verde (nulla da segnalare), giallo (probabili fenomeni locali, fino a 2 centimetri in pianura, con possibili temporanei problemi alla circolazione), arancio (la probabilità dei fenomeni aumenta anche di consistenza, fino a 10 centimetri in pianura, sono possibili black-out elettrici e telefonici) e rosso (la probabilità dei fenomeni aumenta in modo considerevole anche oltre i 10 centimetri in pianura, sono possibili diffusi e prolungati problemi alla circolazione stradale, con interruzioni della viabilità e black-out elettrici e telefonici)
Per il rischio ghiaccio, che si forma sulle strade a seguito dello scioglimento della neve o di pioggia caduta di recente caduta, è utilizzato lo stesso sistema di allertamento, con effetti sulla circolazione stradale e ferroviaria e possibili interruzioni sulla fornitura di servizio quali acqua, telefono, elettricità in crescendo dal verde al rosso.
Il rischio basse temperature riguarda, in particolare, la salute delle persone: il calare del termometro come vero e proprio fattore negativo e causa un importante aumento del pericolo legato a disturbi al miocardio o ictus. Inoltre si aggiungono i rischi dovuti a strade ghiacciate con possibili cadute e incidenti stradali, incidenti domestici dovuti a una cattiva gestione del riscaldamento (intossicazioni da monossido di carbonio provocate da stufe difettose, case troppo fredde, rischio di incendi legato all’uso di caminetti).
La risposta della protezione civile a questi rischi è rappresentata dall’attuazione di tutta una serie di azioni: informazione alla popolazione, mantenimento transitabilità della rete viaria (in particolare di quella destinata alla funzionalità dei servizi essenziali, con priorità per quelli istituzionali primari, ospedali, strutture operative di pronto intervento come 118 o 115.) sulla base dell’organizzazione strutturata dai servizi mobilità e polizia municipale, assistenza alla popolazione coinvolta negli eventi, in modo particolare ai soggetti appartenenti a categorie svantaggiate.
«Anche in questo caso – ha ricordato Patrizia Verrusio – attività di primaria importanza è la formazione/informazione che si realizza attraverso la preparazione della popolazione in tempo di normalità. La protezione civile ha avviato una campagna informativa sul rischio neve, ghiaccio e basse temperature nell’anno 2014/2015 attraverso la realizzazione di un pieghevole che descrive i comportamenti da tenere prima, durante e dopo una precipitazione nevosa e/o in caso di possibile formazione di ghiaccio.

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