firenze
skyline
facebook twitter youtube Feed RSS
lunedì, 09 maggio 2011 - 02:05
X
Via dei conciatori

Sede di Rifondazione in stabile del Comune. Il Pdl attacca

La denuncia dei consiglieri comunali Torselli e Roselli
Immagine articolo - Il sito d'Italia

  Polemica a Palazzo Vecchio, a sollevarla i consiglieri comunali del Pdl Francesco Torselli ed Emanuele Roselli che accusano il Comune di aver concesso per 23 anni uno dei suoi locali a Rifondazione Comunista. "Chissà se le centinaia di famiglie fiorentine - dichiarano i consiglieri - che, da vent’anni a questa parte, hanno dovuto fare i conti con il dramma dell’emergenza abitativa vedendosi negare una casa popolare o finendo in fondo alle graduatorie per l’assegnazione di un tetto, dietro a centinaia di extracomunitari e rom, erano al corrente di quanto, dal 1988 ad oggi, accadeva in Via dei Conciatori, dove il Comune di Firenze ha dato, per 23 anni, in concessione un proprio stabile al partito di Democrazia Proletaria, prima, e di Rifondazione Comunista, poi?”. “Apprendiamo da un provvedimento dirigenziale del 23 febbraio scorso (il numero 2011/DD/01607) – spiegano i due consiglieri – che il Comune di Firenze ha deciso di sfrattare il partito politico di Rifondazione Comunista da un proprio stabile di Via dei Conciatori in virtù del progetto di alienazione di alcuni stabili comunali che, stando ai progetti dell’Amministrazione, dovrebbero essere venduti per ‘fare cassa’ e tentare di far quadrare il precario bilancio comunale del 2010. Ma la cosa strana non sta tanto nel provvedimento di sfratto quanto nel fatto che Rifondazione Comunista (inizialmente Democrazia Proletaria) abbia ottenuto in concessione dal Comune uno stabile dove potervi aprire la propria sede politica. Dal provvedimento citato si apprende che l’immobile di Via dei Conciatori, di proprietà comunale, è stato concesso al partito di Democrazia Proletaria in data 3/10/1988 e che dal 15/10/1992 lo stesso è stato concesso al partito della Rifondazione Comunista. Curioso anche il passaggio dove si dice che, nonostante il contratto di concessione sia scaduto il 31/12/1993, il Comune ha deciso di lasciare in uso a Rifondazione l’immobile a fronte del pagamento di un’indennità di occupazione”. “Pensavamo – proseguono Torselli e Roselli – che in Italia occupare uno stabile di proprietà altrui costituisse un reato, eppure il Comune di Firenze scrive in un atto ufficiale che ‘ha consentito al concessionario di permanere all’interno dell’immobile corrispondendo una indennità di occupazione’. Evidentemente o le leggi che valgono in tutta Italia sono differenti per Firenze, oppure il Comune è al corrente di un reato, ma ne legittima il proseguimento”.

“Che Firenze fosse una città ‘sui generis’ lo sapevamo – concludono i due esponenti del centrodestra – ma che gli stabili di proprietà comunale, anziché servire ai cittadini per risolvere i problemi legati all’emergenza abitativa, servissero ai partiti politici (di sinistra) per aprirvi le loro sedi, questo ci suona decisamente originale. A saperlo, molti fiorentini anziché fare domanda per essere inseriti nelle graduatorie di Casa SpA, avrebbero potuto direttamente iscriversi a Rifondazione Comunista...”.

Nessun voto finora
Manda i tuoi comunicati stampa a: redazionefirenze@ilsitodifirenze.it

Redazioni locali

Mostra Redazioni Locali