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lunedì, 29 luglio 2013 - 07:50
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L'ok dopo 23 anni

Dal primo gennaio 2014 nascono le città metropolitane

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Dopo essere state previste per 23 anni nel nostro ordinamento senza aver mai trovato attuazione, dal 1 gennaio 2014 entreranno in vigore le citta' metropolitane. A volerlo con forza e' il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, che domani portera' in Consiglio dei ministri il Disegno di legge che trasforma le attuali Province in enti di secondo livello e che ridisegna tutto l'attuale sistema istituzionale italiano. Tre sono gli obiettivi del provvedimento: istituire finalmente le citta' metropolitane, previste addirittura gia' dal 1990, trasformare le Province - in vista della cancellazione dalla Costituzione, come prevede il disegno di legge costituzionale gia' approvato dal governo ma che deve iniziare l'iter parlamentare - in organi di secondo livello, formate cioe' dai sindaci, con compiti ridotti e dare una nuova disciplina organica alle Unioni dei comuni affinche' possano esercitare le funzioni in modo piu' efficiente. Il governo vuole "ridurre la classe politica e i costi della politica", si dice senza mezzi termini nella relazione che accompagna la bozza del Ddl che dovra' essere approvato domani, ma l'intento e' anche quello di dare una importanza strategica alle citta' metropolitane, che avranno le funzioni delle attuali Province arricchite da poche essenziali nuove funzioni, "in grado di assicurare all'ente quel salto di qualita' verso il governo dell'area metropolitana che e' il suo scopo e la sua missione". E dunque - secondo quanto si apprende dalla bozza del Ddl - le citta' metropolitane di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria vengono costituite dal 1 gennaio 2014 ma dal 1 luglio 2014 assumeranno le funzioni delle rispettive alle Province che in quella data cesseranno di esistere. Ad esse si aggiunge la Citta' metropolitana di Roma, che, in ragione dello status di capitale, e' regolata da una disciplina speciale. Gli organi della citta' metropolitana saranno: il sindaco metropolitano, ovvero il sindaco del Comune capoluogo della Provincia omonima; il Consiglio metropolitano, costituito dal sindaco metropolitano, dai sindaci dei comuni appartenenti alla citta' metropolitana con piu' di 15 mila abitanti e dai presidenti delle Unioni di comuni della provincia con popolazione complessiva di almeno 10 mila abitanti; la Conferenza metropolitana, costituita dai sindaci dei comuni appartenenti alla citta' metropolitana. Le citta' metropolitane saranno enti territoriali di secondo livello con compiti di programmazione, pianificazione, coordinamento, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture, delle reti di comunicazione. Quanto alle altre Province (quelle non assorbite dalle citta' metropolitane), non scompariranno immediatamente: fino alla data di entrata in vigore della riforma costituzionale che le abolira' avranno funzioni di area vasta, si occuperanno cioe' di pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, tutela e valorizzazione dell'ambiente, pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, programmazione provinciale della rete scolastica. Le Unioni dei comuni saranno infine enti locali formati da due o piu' comuni per lo svolgimento associato di funzioni o servizi. Possono fare parte delle Unioni i Comuni fino a 5 mila abitanti, o fino a 3 mila se appartengono o sono appartenuti a comunita' montane. Gli organi dell'Unione di comuni sono il presidente dell'Unione, il Comitato dei sindaci e il Consiglio. Tutte le cariche dell'Unione sono a titolo gratuito. Le Regioni chiedono sul tema un pieno confronto. "Si tratta - spiega il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - di processi di riforma rilevanti che debbono essere ispirati ad una piena assunzione di responsabilita' da parte di tutti i livelli di Governo e da una leale collaborazione". I governatori sono anche preoccupati per i risvolti che l'abolizione delle Province potranno avere in tema di personale e di funzioni. Non a caso, Errani sottolinea la necessita' di "accompagnare il processo di superamento delle Province con un percorso chiaro per il trasferimento delle risorse finanziarie, umane e patrimoniali da definire nella Legge statale".

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