La soluzione potrebbe essere nella riscoperta dei grani antichi o nella creazione di nuovi, quel che e' certo e' che sono circa 600 mila i casi presunti, 135 mila quelli accertati. Sono solo alcuni dei dati emersi nel corso della prima edizione del Festival del Pane di Prato in tema di celiachia. L'evento, organizzato dall'Assessorato alle Attivita' Produttive del Comune di Prato, in collaborazione con le associazioni di categoria, ha dedicato alle intolleranze al glutine un intero convegno, tenutosi in apertura di Festival presso il Salone Consiliare del Palazzo Comunale. L'Associazione Italiana Celiachia stima una cresciuta delle diagnosi ufficiali del 10% annuo e che il 25% della popolazione e' a rischio. ''Il glutine non e' presente nella farina nel suo stato originale - ha detto Laura Gazza, ricercatrice del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura CRA-QCE - ma si sviluppa quando si aggiunge acqua e si impasta. I frumenti teneri coltivati nella prima meta' del secolo scorso risultano meno tossici dei frumenti attuali. Un esempio e' il grano Monococco, che presenta un glutine molto poco strutturato''. ''La velocizzazione nel produrre pane e pasta – ha concluso Stefano Benedettelli, docente presso la Facolta' di Agraria dell'Universita' di Firenze - puo' determinare una serie di inconvenienti. Anche la lievitazione e' importante, per avere un pane piu' digeribile, dovrebbe avvenire utilizzando lievito madre''.
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