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Visita a Villa Lorenzi

Droga, Toccafondi (NCD): "Determinati a combattere dipendenze giovanili"

Immagine articolo - Il sito d'Italia

"Contro lo spaccio di droga e l’uso di stupefacenti ed alcool da parte dei giovani, bisogna usare una terapia d’urto,

facendo vedere ai ragazzi i danni di queste sostanze e allo stesso tempo proponendo esempi positivi di come si possa uscire dal tunnel: in quest’ottica, strutture come Villa Lorenzi sono un modello da far conoscere negli istituti scolastici”. Lo ha affermato il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, che ieri insieme al Ministro Stefania Giannini ha visitato la struttura fiorentina che da anni si occupa di giovani e famiglie in difficoltà, spesso a causa dei danni provocati dall’uso di stupefacenti e da nuove dipendenze come la ludopatia.

 

“Serve un dialogo sempre più serrato tra famiglie, docenti, forze dell'ordine e ragazzi – spiega Toccafondi -. Le scuole devono proporre un confronto con strutture, come Villa Lorenzi e altre presenti su tutto il territorio italiano, che si occupano di disagio. Il mio invito ai dirigenti scolastici e agli insegnanti è di coinvolgere questi soggetti nella lotta al consumo di droga e a ogni dipendenza, puntando sull’educazione e sulla prevenzione. Il Ministero si sta muovendo con più forza e determinazione in questa direzione: ce lo chiedono le famiglie, ce lo chiede la società”.

 

Per l’anno 2013/2014 Villa Lorenzi attraverso il Progetto Ben-essere è intervenuta in 9 scuole della provincia, coinvolgendo 36 classi, 855 ragazzi, 290 genitori, 62 insegnanti.

Sono  stati inoltre realizzati 144 incontri nei gruppi classe, 18 incontri con i genitori, 8 incontri con i dirigenti e 16 con  referenti del progetto. Nella struttura sono stati seguiti all’interno dei Centri Diurni nell’anno 2014 un totale 120 ragazzi.

 

"Sono numeri chiari, che evidenziano la validità del progetto e l'importanza di una azione educativa concreta sempre più stringente - avverte il sottosegretario -. Accanto alla logica educativa, serve poi un’azione repressiva, e la presenza delle forze dell’ordine davanti alle scuole non deve essere vista come un sopruso, bensì come un aiuto a proteggere i nostri ragazzi, la cui educazione passa da un patto tra genitori e scuola a cui tutti devono dare il loro contributo”.

 

 

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