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leopolda 2011

Big bang atto secondo: dai contestatori, a Bersani e alla sorpresa di Civati

Domattina a chiudere i lavori l'intervento di Matteo Renzi
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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Una giornata intensa quella di oggi alla Leopolda. A partire dalla mattinata che si è aperta con le contestazioni da parte dei suoi detrattori fiorentini; dai dipendenti dell'Ataf a quelli del Maggio Musicale, dai militanti No Tav agli esponenti politici della Federazione della Sinistra insieme ai consiglieri comunali di minoranza Tommaso Grassi e Ornella De Zordo.

Poi l'arrivo a sorpresa dell'ex rottamatore Pippo Civati “una sorpresa” come l'ha definita lui stesso , un tentativo di conciliazione dopo il 'divorzio' in nome di una tanto decantata 'fine dei personalismi'. E poi però non perdere l'occasione per qualche frecciata, per'altro per nulla velata. ''Mi sento a casa mia” ha esordito Civati una volta raggiunto il palco, “bisogna dare un messaggio unitario. Io e Matteo siamo nati nel '75 e quelli che litigavano allora sono gli stessi che litigano ancora oggi. Dobbiamo dare un messaggio diverso di dialogo, di confronto e di collaborazione reciproca''. ''Civati è il benvenuto come tutti, ma non possiamo ridurre la discussione sulla Leopolda al rapporto tra me e Pippo'', ha replicato Renzi.

Ma a caratterizzare la seconda giornata della convention fiorentina è stato il botta e risposta a distanza tra Renzi e Bersani, quest'ultimo impegnato a Napoli nella 'Scuola di formazione giovani'. “La distinzione giovani-adulti è una stupidaggine di dimensioni cosmiche. E' chiaro che il futuro è dei giovani, che tocca ai giovani e peraltro a chi deve toccare? Ma bisogna mettersi a disposizione e non si può dare l'idea che un giovane per andare avanti deve scalciare e deve insultare''. Pur delineando un fisiologico ricambio Bersani ha messo in guardia da un ''ricambio senza cambiamento secondo lo slogan 'Vai via tu che arrivo io che sono più giovane'''. In realtà, ha affermato Bersani, quello che serve ''è un ricambio con cambiamento, perché è inutile mettere il vino nuovo in otri vecchi: serve vino nuovo in otri nuovi. Se non facciamo così uccideremo veramente la speranza e il futuro”.

La replica di Renzi è secca: ''Non capisco a chi si riferisca. Io non scalcio, non sono un asino, sono abituato a camminare tranquillamente, ma certo non sono abituato a fare la fila con i capicorrente e Bersani non puo' chiedere questo''. 'Mettersi a disposizione è un'espressione molto bella se è riferita al Paese, alla città; se invece è mettersi a disposizione di un capocorrente, a uno che dà ordini, no''. ''Non voglio fare polemica con Bersani - ha proseguito - : se ci segue via streaming, visto che sfortunatamente quando c'è la Leopolda c'è sempre qualcos'altro, avrà visto interventi più o meno affascinanti, concreti, suggestivi. Non c'è stata polemica né contrapposizione, ma è stato tutto in positivo''. L'invito al Pd è a ''dare risposte sui contenuti'' e a ''non considerare Matteo Renzi ma un gruppo di persone che c'è, non sono solo e non sono il solo. Farmi passare come un marziano funziona poco''. A chi invece gli chiede di una possibile candidatura alle primarie, risponde in modo evasivo: ''Non mi candido io, si candidano le idee, poi vediamo che succede...''

 

Intanto i lavori alla convention sono proseguiti con l'intervento di numerosi politici da Sergio Chiamparino, applauditissimo, che chiede ''primarie aperte'' e secondo cui ''questi momenti sono utili per dare vivacità sono linfa vitale per il partito democratico'' ad Arturo Parisi che dice: ''Devo vedere le proposte. Alzare la mano non basta'' ma ammette ''sicuramente c'è vitalità, è una generazione che avanza, dobbiamo stare a sentire e valutare le proposte''. Sul palco anche Graziano Delrio, presidente dell'Anci, mentre in sala si vedono, tra gli altri, Sergio Staino, Billy Costacurta, i senatori Pietro Ichino e Andrea Marcucci, Chicco Testa, il direttore di 'Italia Futura' Andrea Romano, il sindaco di Pollica Stefano Pisani. Via Twitter intanto il capogruppo alla Camera Dario Franceschini afferma che ''dalla Leopolda arrivano energie ed idee che arricchiscono il Pd''.

Meno entusiasti, invece, i giudizi che arrivano da altri esponenti di centrosinistra come quello del sindaco di Napoli Luigi De Magistris: “Se Matteo Renzi alla Leopolda rottama, io scasso e poi ricostruisco". Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris commenta con una battuta l'iniziativa di Firenze. “Renzi - ha aggiunto de Magistris - "non mi appassiona" anche se "lo guardo con interesse e lo rispetto, è un sindaco giovane. Però mi interessa di più quello che accade fuori e avere un rapporto positivo col Pd”.

Nichi Vendola di Renzi ha detto “è di destra, vecchio e liberista”."Forse è 'giovane' mandare a casa il governo Prodi e levargli la fiducia come fece lui?" replica il sindaco fiorentino.

“Non si può voler uccidere i padri e avere idee più arretrate dei nonni” esclama Aurelio Mancuso , presidente di Equality Italia “si potrebbe liquidare così – continua - tutto questo radunarsi di happening generazionali del Pd che affrontano con grande spreco di termini la necessità di un innegabile ricambio di classi dirigenti senza però sostanziare proposte al passo con i tempi''. Il richiamo al raduno dei 'rottamatori' è chiaro: ''Nessuno per esempio, ha affrontato il tema dell'impetuosa trasformazione dell'organizzazione sociale che ha come elementi più evidenti lo stabilizzarsi nei prossimi anni di una presenza intorno al 40 per cento di residenti single, di progressivo superamento dei matrimoni civili rispetto a quelli religiosi, di ulteriore aumento delle famiglie non sposate''. Mancuso parla poi di coppie di fatto etero e omosessuali, di diritto di famiglia, di legge sul divorzio, di un'effettiva parità tra uomo e donna ancora lontana. Tutti temi a cui, secondo lui, i giovani rottamatori esprimono ''Scarse e timide idee”.

 

Sul fronte interno del Pd fiorentino invece il segretario metropolitano Patrizio Mecacci si limita a dire

''Mi preoccupa la possibilità che Matteo Renzi si candidi alle primarie, una cosa che sento con urgenza sempre maggiore. Mi preoccupa – prosegue - una sua eventuale candidatura per il futuro del governo della città - ha spiegato Mecacci -. Su questo sto cercando di richiamare l'attenzione e credo che tutti dovremmo sentire di più la responsabilità di questo problema''. Secondo Mecacci, se Renzi si candiderà ''il Pd fiorentino dovrà ragionare''.

 

Domani intanto gli interventi finali e la chiusura da parte di Renzi con il lancio delle 'Cento proposte per l'Italia', una ''rivoluzione delle idee'' l'ha definita il sindaco di Firenze che a tale proposito preannuncia ''Mi dispiace perché siamo stati meno cattivi del solito: domani proverò a recuperare un po' il marchio di fabbrica'.

Da ieri, sera sono state presenti circa 6 mila persone, la manifestazione è costata 106 mila euro completamente ''autofinanziata'', spiegano gli organizzatori.

 

 

 

 

 

 

 

 

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