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Wednesday, 08 January 2014 - 06:18
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Palazzo Medici Riccardi

Un esilio perenne: Marma, un pittore fiorentino a New York

La mostra resa possibile dalla collaborazione fra la Provincia e il Rotary Firenze Certosa sarà visitabile ancora per una settimana.
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Immagine articolo - Il sito d'Italia
Rodolfo Marma nacque a Firenze nel 1923. Era di estrazione popolare. La sua vocazione artistica ebbe luogo in una città nella quale le attività artigianali prolungavano nel tempo una civiltà antica, senza fronzoli, abituata a dare un peso ed un valore alla bellezza. Studiò all'Accademia di Belle Arti, dove ebbe come maestri Ugo Capocchini ed Emanuele Cavalli, ma il suo vero magistero, come accadeva in un tempo ancora abitato da profonde memorie umanistiche, avvenne nelle strade, a contatto con la gente. Marma imparò a guardare e ad ascoltare. La sua pennellata divenne presto svelta e leggera. Sapeva trattenere e rimandare l'amore per la vita, la passione vera per le emozioni delle persone delle quali di solito la Storia non si occupa. Era un narratore, uno scrittore dotato di colori. Si recava a dipingere la mattina presto, per godere della bellezza di Firenze prima che la città si animasse. Lo conoscevano i netturbini, le sartine, i fornai, i baristi, i carabinieri ed i poliziotti che rientravano dal turno di notte. Di Firenze, Marma conosceva i segreti e la storia. Nel 1956, grazie anche alla moglie, Geraldine, nativa di Newark, volle tentare l'avventura a New York. Ebbe successo, pure senza aver potuto contare su nessuna raccomandazione. Le gallerie di Newark e di New York gli acquistavano i quadri, incantate da quella pittura così intrisa di fiorentinità. Ma il successo economico, e anche di critica, Marma non se lo sapeva gustare. Sentiva, lacerante, la nostalgia di Firenze. della sua luce delle su e strade, e un po' anche di quell'umore corrosivo dei suoi cittadini. Trovava conforto nelle lettere inviate agli amici. Quelle dirette all'amico Caldini, un ragioniere in grado di discernere la buona pittura, sono ora raccolte nel libro "New York, che un giorno mi darà tanti ricordi. Lettere e testi di Rodolfo Marma" appena edito da Feeling Grovy Edizioni, di Firenze. Il libro è stato presentato a Palazzo Medici Riccardi, dov'è in corso un'antologica del pittore, curata dallo scrivente. Il libro raccoglie aneddoti, articoli di giornale, testi letterari, riflessioni del pittore. Ci sono momenti importanti, da consegnare agli storici della letteratura e dell'arte, come le considerazioni su Ottone Rosai, le riflessioni sul mercato ed il ruolo svolto dai falsari e dai pochi, veri mecenati. Ci sono i pensieri su Pratolini e su Giovanni Papini, numi tutelari in un'America lontana. Il carteggio da me pubblicato, con la collaborazione di Marisa Marmaioli, figlia dell'artista, s'interrompe nel 1958. In quell'anno, vinto dalla nostalgia e riscaldato dall'assicurazione dei collezionisti americani, che avrebbero continuato ad acquistargli i quadri, Marma fece ritorno a Firenze. Lo attesero anni di duro lavoro e di soddisfazioni, ma senza quel rilievo critico che avrebbe meritato. Ora, grazie alle cure di un giovane e coraggioso editore, come Niccolò Carrai Agosti, si è dato inizio ad un percorso di attenta lettura filologica che mi auguro possa proseguire nel tempo.
STEFANO DE ROSA
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