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il caso

Magherini, le manette per il furto di un cellulare. Ma quella rapina c'è stata? Tutti i dubbi e le contraddizioni

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Riccardo Magherini muore in Borgo San Frediano, a Firenze, il 3 marzo 2014 durante un fermo dei carabinieri. Per il suo decesso l'11 giugno prossimo si aprirà a Firenze il processo per sette persone, quattro carabinieri e tre volontari della Croce Rossa, imputate per omicidio colposo. Un altro degli aspetti da approfondire sui fatti di quella notte è il motivo della necessità dell'arresto in flagranza di Riccardo Magherini: la rapina di un cellulare. Per il furto di quel telefono i carabinieri saranno obbligati ad effettuare un fermo come disposto dalla legge. Ma quella rapina c'è mai stata? Cerchiamo di dare una risposta analizzando le testimonianze agli atti della Procura.

 

I FATTI – Secondo la ricostruzione del pm Luigi Bocciolini, poco dopo le ore 1.00 Riccardo Magherini avrebbe prima sfondato la porta d'ingresso della pizzeria “Il Borgo della Pizza” in San Frediano e poi avrebbe rubato il telefono cellulare al pizzaiolo che si trovava all'interno. Di questa scena ne parlano il pizzaiolo derubato, due testimoni, il ragazzo russo con il cappellino e l'uomo napoletano, che assisteranno alla scena. O almeno dichiareranno così. Oltre a loro tre, anche le testimonianze dei carabinieri e le dichiarazioni della conducente di un Doblò bianco su Riccardo Magherini salirà per pochi secondi in San Frediano. Quel che è certo, come dimostrato dalle testimonianze che descrivono Riccardo Magherini quella notte, è che tutti sostengono che stia urlando "aiuto". Che ci sia la necessità di intervenire per un uomo "che sta chiedendo aiuto". Quando arrivano lo dovrebbero sapere anche i carabinieri visto che sono stati informati proprio dalla centrale e inviati a San Frediano proprio per questo motivo. 

 

Ma proprio mettendo a confronto tutte le deposizioni emergono dubbi sulla veridicità di questa rapina. Nessuno la vede. Eppure ci sono due testimoni che si sostituiscono alle forze dell'ordine. E la presenza della seconda macchina dei carabinieri che viene citata soltanto dai militari. Proprio su questo aspetto ci sarà la contraddizione dei quattro imputati rispetto a quanto dichiarato da loro stessi quella notte. Perchè prima dicono di essere solo Castellano ed Ascenzi e dopo invece sono in quattro ad assistere ai fatti? Perchè cambiano versione? Per dare più forza alla tesi della rapina? Per cristallizzare la flagranza del reato e quindi compiere il dovuto fermo? Chissà.

 

Ma gli aspetti decisivi sulla rapina di questo cellulare arrivano proprio dai racconti di chi l'avrebbe vista. E capire come sono andate le cose darebbe un senso a questo arresto.

 

I CARABINIERI: “HA FATTO UNA RAPINA” - Nell'annotazione di servizio redatta dai quattro carabinieri intervenuti, e ora imputati per omicidio colposo ed uno anche per percosse, viene riferito che l'appuntato Davide Ascenzi è stato informato dai due testimoni di cui sopra della rapina del cellulare appena la gazzella è arrivata sul posto. Sempre secondo i carabinieri proprio i due testimoni chiedevano la restituzione del cellulare con l'”adesione” spontanea di Magherini che lo rendeva immediatamente. Era un iphone nero con il display rotto. A questa scena assistono soltanto Castellano ed Ascenzi visto che, come i quattro militari scrivono, la seconda gazzella è arrivata soltanto dopo.

 

IL PIZZAIOLO 'RAPINATO' - Il pizzaiolo derubato testimonia due volte sulla vicenda. La stessa notte a poche ore dai fatti verrà ascoltato proprio da uno dei quattro carabinieri imputati, il maresciallo Stefano Castellano, ed il 20 marzo davanti agli ufficiali di Polizia giudiziaria. La prima versione, quella della notte in cui sono successi i fatti, è una pagina.

Magherini urla chiedendo aiuto e di chiamare la Polizia. Chiede al pizzaiolo di aprire e vuole che questo chiami il 113 perchè si sente impaurito. Il pizzaiolo non apre. “Apri o te la sfondo” sono le parole di Magherini che farà mettere a verbale. E così con una spallata rompe la porta e s'incrina il vetro. Magherini lo strattona per la maglia e gli strappa il cellulare di mano prima di avergli chiesto di chiamare la Polizia. Poi esce dalla pizzeria e si inginocchia sul marciapiede. “Ho famiglia” urla per poi rialzarsi e salire sul doblò bianco in transito. Poi l'arrivo dei carabinieri e due persone che lo informano che lo avevano arrestato. Ma così non era perchè vedeva anzi Magherini che cercava di fuggire inseguito dai militari. Fine verbale.

 

LA SECONDA VERSIONE - Questa era la prima versione. Scarna e senza alcuni dettagli che invece nella seconda emergono maggiormente. Se la notte del 3 marzo, il pizzaiolo non parlava della presenza di quei due testimoni sopracitati, il 20 marzo tratteggia un'altra scena. Infatti il ragazzo russo col cappellino ed il suo amico napoletano lo accompagneranno alla ricerca del telefonino. Lui si incammina con loro dopo essere uscito dalla pizzeria e giunto nei pressi di Riccardo Magherini lo vede parlare con quattro carabinieri. Vede alcune scene del tentativo del fermo per poi tornare in pizzeria. Qualche minuto dopo, il ragazzo russo con il cappellino torna da lui al locale e gli comunica che hanno il cellulare. Il telefono gli viene restituito da un carabiniere.

 

Questo è il racconto del pizzaiolo. Ma questa scena viene descritta anche da altre persone. E i racconti saranno in ogni caso diversi l'uno con l'altro. Come quello del pizzaiolo del resto.

 

L'UOMO NAPOLETANO - L'uomo napoletano che assiste a questa fase è in compagnia del ragazzo russo con il cappellino. Vedono insieme tutte le scene. Eppure i racconti sono diversi tra loro. Sempre la notte del 3 marzo vengono entrambi ascoltati dai carabinieri. L'uomo napoletano riferisce di vedere Riccardo Magherini chiedere al Borgo della Pizza di aprire la porta. Con insistenza. Da dentro il pizzaiolo non apre. Magherini appena visti i due testimoni si inginocchierà invocando aiuto per poi salire sul doblò. Non lo vede però entrare nella pizzeria. In quel frangente esce il pizzaiolo impaurito che racconta della rapina. E contemporaneamente arriva la gazzella dei carabinieri. Lui e l'amico russo indicano ai militari dove si trova Riccardo e gli raccontano di come sono andate le cose. Si avvicinano alla zona del fermo ed in questo verbale riferisce di vedere la scena in cui i carabinieri chiedono la restituzione del cellulare, che Magherini restituisce spontaneamente nelle mani dei militari. A questo punto arriva la seconda macchina e l'uomo napoletano dichiara di andare dal pizzaiolo ad informarlo del ritrovamento del suo cellulare.

 

MAGHERINI NON E' MAI ENTRATO NELLA PIZZERIA” - Il 2 aprile quando viene ascoltato negli uffici della Questura di Napoli racconta gli stessi fatti. Specificando ancora di non aver visto Riccardo Magherini entrare nella pizzeria. Di aver parlato con due carabinieri e non quattro. E di non aver mai chiesto a Magherini la restituzione del cellulare del pizzaiolo.

 

IL RAGAZZO RUSSO CON IL CAPPELLINO - Ma se l'uomo napoletano ha visto queste scene, il suo amico russo ne vede chiaramente altre.

Sulla sua testimonianza di quella notte viene raccontata una scena diversa da quella descritta dall'amico. Riccardo Magherini viene visto dare pugni alla vetrata, sfondare la porta d'ingresso, entrare ma uscire immediatamente dalla pizzeria per poi inginocchiarsi sul marciapiede davanti ed implorare aiuto. Poi la salita sul doblò, l'uscita dalla pizzeria del pizzaiolo che gli racconta della rapina. A questo punto il ragazzo russo si sostituirà alle forze dell'ordine offrendosi di andare ad inseguire Magherini. Lo trova che sta parlando con i carabinieri e gli chiededi restituire il cellulare cosa che Riccardo fa subito visto che lo aveva in mano. A quel punto è proprio il ragazzo russo a prendere il cellulare ed a restituirlo al pizzaiolo.

Una versione completamente diversa da quella dell'amico napoletano che con lui dovrebbe vedere la stessa scena.

 

Magherini è entrato o no nella pizzeria? Il corpo del reato perchè passa nelle mani di un cittadino, quando i carabinieri, per quella rapina, stanno arrestando un uomo?

 

NON HO VISTO LA RAPINA” - Il 3 Aprile è riascoltato anche lui negli uffici della questura di Napoli. Racconta nuovamente di aver visto entrare ed uscire immediatamente Magherini dalla pizzeria e poi vederlo inginocchiarsi. Specifica di non vedere la scena della rapina. Spiega di “inseguire il tipo” fino a che non entrava nella seconda pizzeria che corrispondeva al momento dell'arrivo della gazzella dei carabinieri. Ancora in questo verbale, conferma di aver chiesto lui stesso la restituzione del cellulare, in una sorta di giustizia 'fai da te', e che Magherini lo consegna dopo averlo preso da una tasca e non averlo avuto in mano come scritto invece nel verbale redatto quella notte. E aggiungendo alcuni particolari, che Riccardo gli dice di togliergli le “mani di tasca” durante la restituzione del telefono e che i carabinieri alla vista del cellulare hanno chiesto di chi fosse. Conferma di “custodire” con sé il telefono e di vedere arrivare poi la seconda gazzella. Dopo le operazioni di ammanettamento che vede da pochi metri, come confermato dai video amatoriali del fermo, torna dal pizzaiolo per restituirgli il cellulare.

 

IL CELLULARE SE L'ERA PORTATO CON SE'” - Chi parlerà della cosiddetta rapina del cellulare è un'altra testimone. La conducente del Doblò bianco sul quale Magherini sale qualche secondo dopo essere uscito dal Borgo della Pizza. Un passaggio molto chiaro della sua testimonianza. “Mi intrattenevo in conversazione con i due ragazzi ed il pizzaiolo, apprendendo da quest'ultimo che Riccardo, poco prima, era entrato nel locale dicendo di essere inseguito, ragione per la quale il pizzaiolo gli aveva dato il proprio cellulare per chiamare le forze dell'ordine ma Riccardo se l'era portato con se. Ricordo bene che Riccardo, quando è salito a bordo della mia autovettura, aveva nelle mani un cellulare. Il pizzaiolo infatti si lamentava dicendo "e ora come faccio con il cellulare?" ed i due ragazzi gli dissero che sarebbero andati loro a riprenderglielo. Ai due ragazzi dissi che non mi sembrava il caso di andare a fare a botte per un cellulare”. Una spiegazione molto semplice. Nessun furto o rapina, ma un uomo che voleva chiamare la polizia e che si è allontanato con il cellulare con cui voleva fare quella telefonata. E pensare che questa testimone sarà svegliata all'alba dai carabinieri che vorranno la sua testimonianza sostenendo che sarà fondamentale per il processo per direttissima che subirà Magherini la mattina. Riccardo Magherini è già morto da ore. E i carabinieri lo sanno anche quando chiamano questa testimone. Non ci sarà nessun processo per quella rapina. 

 

UNA SOLA AUTO DEI CARABINIERI - Il ragazzo russo quindi non vede la rapina. L'uomo napoletano non ha visto neanche Magherini entrare nella pizzeria. Ma entrambi sono certi che sul posto ci fosse una sola auto dei carabinieri. Quindi erano soltanto due i carabinieri che hanno assistitito alla restituzione del cellulare. Lo confermano anche i militari nell'annotazione di servizio salvo poi, tre di loro, dire il contrario nelle deposizioni davanti alla polizia giudiziaria. Ma perchè cambiare versione? A chi serve? A cosa serve?

 

L'APPUNTATO ASCENZI - L'appuntato Davide Ascenzi, imputato per omicidio colposo, racconta di come i due testimoni di cui sopra richiamino l'attenzione dei carabinieri per raccontare i fatti. Al tempo stesso di Magherini che prova ad abbracciarlo e che durante quel frangente proprio l'uomo napoletano ed il ragazzo russo si avvicinano alla scena con quest’ultimo che chiede a Magherini la restituzione del cellulare spiegando ai militari che lo aveva pochi minuti prima “sottratto” al pizzaiolo. Magherini, spiega Ascenzi, restituisce il telefono con il display rotto tirandolo fuori dalla tasca del cellulare. Curioso come l'appuntato dell'Arma non faccia alcun tipo di riferimento alla presenza della seconda gazzella dei colleghi.

 

IL MARESCIALLO CASTELLANO - Il maresciallo Stefano Castellano, imputato per omicidio colposo, racconta i fatti collocando però l'arrivo della seconda gazzella ancor prima della richiesta di restituzione del telefono da parte dell'uomo napoletano e del ragazzo russo. A quest'ultimo Magherini consegna il telefono estraendolo dalla tasca. Castellano rifesce anche di essere informato della rapina dall'appuntato Ascenzi proprio in concomitanza dell'arrivo della seconda gazzella. 

 

L'APPUNTATO CORNI - L'appuntato Vincenzo Corni, imputato per omicidio colposo e per percosse, non rilascia dichiarazioni sulla rapina del cellulare, ma solo sul fatto che viene informato dal collega Ascenzi. Domanda spontanea. Non c'era?. No, non c'era come riferiscono tutti e quattro nell'annotazione di servizio di quella notte visto che era giunta in San Frediano solo la prima gazzella dei carabinieri. Ma adesso alcuni hanno cambiato versione.

 

L'APPUNTATO DELLA PORTA - L'appuntato Agostino Della Porta, imputato per omicidio colposo, nella sua deposizione racconta di vedere i colleghi Castellano ed Ascenzi intenti a parlare con Magherini inginocchiato, a mani alzate che chiedeva aiuto. E dei due testimoni che riferivano ad Ascenzi del furto del cellulare. Così come racconta la restituzione del telefonino, nonostante la notte del 3 marzo sottoscriva di arrivare dopo, che avviene, secondo Dalla Porta, nelle mani del ragazzo russo a cui Magherini lo restituisce subito.

 

STATO DI NECESSITA' - Dopo aver letto queste testimonianze è lecito chiedersi se qualcuno racconta una storia che non è mai esistita e soprattutto se questa è stata una rapina o semplicemente è diventata una rapina visto poi come sono andate le cose.

 

E' innegabile che proprio dai racconti del pizzaiolo Riccardo Magherini stia vivendo uno stato di necessità per cui ha bisogno dell'intervento della Polizia. Ha paura. Lo urla. “Aprimi la porta o te la sfondo”. “Chiama la Polizia”. E' il primo uomo che rapina un telefonino per chiamare la polizia. E' il primo uomo che entra in una pizzeria non per rubare l'incasso ma per rubare un telefonino.

E' il primo uomo che si inginocchia davanti al posto che ha rapinato e chiede aiuto. E' il primo uomo che ha rubato un telefono, ha i carabinieri intorno, eppure il cellulare lo restituisce ad un russo. O ai carabinieri? E perchè non ai carabinieri ma al ragazzo russo? Misteri.

 

Ma qualcuno ha visto questa rapina? Nessuno. C'è anche chi assisteva alla scena e non ha mai visto Riccardo entrare nella pizzeria. C'è anche chi, come il pizzaiolo, al fratello di Riccardo, Andrea, ha dichiarato ben altre cose. Che Riccardo quel cellulare non l'ha mai rubato ma solo preso per chiamare la polizia. Che volevo aiuto. Aveva paura. Questo si chiama stato di necessità. E non si arresta una persona che ha bisogno di aiuto. Specie se nessuno ha visto. Specie se non esiste la flagranza. Specie se le cose sono andate tutte in un altro modo. Specie se questa rapina non c'è mai stata. Urge verità. Anche su questo.

 

 

 

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