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il caso

Inchiesta stupro a Firenze, carabiniere in lacrime dal pm: "Rapporto voluto da entrambi"

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

"Si il rapporto c'è stato, ma lo volevamo entrambi", è questo il senso della difesa di Pietro Costa, il carabiniere 32enne accusato di stupro, insieme ad un collega, da due studentesse americane. Due ore negli uffici della Procura di Firenze davanti al pm Ornella Galeotti per rispondere alle domande del magistrato e spiegare cosa è successo dal Flo a Borgo Santi Apostoli, luogo della presunta violenza.

 

Un interrogatorio nel quale Costa avrebbe spiegato di non aver mai sentito dire "no" alla studentessa americana, confermando anche lui di aver avuto un rapporto sessuale consenziente. Un racconto interrotto dalle lacrime del militare che hanno costretto il pm anche ad interrompere l'esame per qualche minuto.

 

La scorsa settimana, Marco Camuffo, l'appuntato indagato con Costa per violenze sessuali, più anziano e alto in ruolo, si era presentato in Procura ammettendo di aver avuto un rapporto sessuale con una delle due giovani studentesse. "Era consenziente, non ho violentato nessuno" è stata la sua difesa.

 

Nelle mani del pm Ornella Galeotti adesso ci sono tutte le dichiarazioni dei protagonisti di quella sciagurata serata d'inizio settembre. Il magistrato sta aspettando gli esiti degli esami scientifici sulle tracce biologiche, ritrovate sugli abiti delle ragazze e nell'androne del palazzo di Borgo Santi Apostoli, dove sarebbe avvenuta la violenza. I test saranno decisivi e dovranno essere confrontati con le dichiarazioni dei due carabinieri e delle due studentesse.

 

Da quel momento, saranno possibili nuovi sviluppi di una vicenda che resta grave ed inquietante. Lo sa bene la Procura Militare di Roma che indaga sui comportamenti dei due carabinieri in servizio e su tutte le omissioni commesse quella sera che, a parte le lacrime, non hanno trovato risposta.

 

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