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dalla toscana

Shoah: frasi naziste e minacce a giornalista, indagini in corso

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Indaga la polizia della questura di Arezzo sulla vicenda del giornalista aretino Marco Botti, minacciato di morte e sommerso di messaggi di ispirazione nazifascista durante una trasmissione ispirata al Giorno della Memoria.

 

Gli investigatori hanno acquisito ieri mattina i filmati e i messaggi inviati per disturbare l'appuntamento online "Memorie ebraiche in Arezzo", una passeggiata virtuale organizzata dalla sezione soci di Unicoop Firenze e andata in onda sabato.

 

Proprio mentre Botti spiegava e scorrevano le immagini relative a Piazza Grande, dove la comunità ebraica aretina dell'800 aveva attività commerciali, e del Campaccio, dove sorgeva il cimitero ebraico, sulla piattaforma Meet si sono inseriti alcuni estranei che hanno disturbato la trasmissione con bestemmie, immagini di marce neonaziste e tanti messaggi sulla chat di identica matrice, accompagnate anche da minacce di morte nei confronti del giornalista.

 

"Ho portato tutte le registrazioni in Questura - spiega Marco Botti - saranno i poliziotti ad individuare gli autori. Ancora non ho fatto nessuna denuncia personale. La cosa sarà valutata da Unicoop. La volontà è però quella di non fermarsi e di far sì che i responsabili vengano individuati. Noi stavamo facendo cultura, come sempre, con le nostre passeggiate della salute. Due volte al mese, da anni, dedicando la seconda puntata di gennaio al Giorno della Memoria. Non abbiamo mai avuti problemi. Questa volta invece sono entrati a gamba tesa contro la nostra iniziativa, nascondendosi dietro all'anonimato".

 

Al giornalista sono arrivati molti attestati di solidarietà, tra cui quelli del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dell'assessore regionale alla memoria Alessandra Nardini, del presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, e della Comunità Ebraica di Firenze.

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