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Convegno su giovani e comunicazione

Indagine: col cellulare in tasca già a 7 anni

Il 97% degli studenti delle medie ne possiede uno
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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Il 97% dei ragazzi delle scuole medie inferiori possiede un cellulare, il 67,1% ne ha già avuto uno a 10 anni mentre il 7,7% a 7 anni. Ma l'utilizzo privilegiato è quello di mandare sms, scaricare e ascoltare musica, scattare e condividere foto o video. È quanto emerge da un'analisi presentata oggi nell'ambito di un convegno in Consiglio regionale della Toscana dal titolo «La comunicazione mobile dei giovani: dagli sms al social networking'.

Il monitoraggio è stato condotto dal Corecom insieme al Communication strategies lab dell'università di Firenze, in collaborazione con la fondazione Sistema Toscana, su un campione di 618 ragazzi fra gli 11 e 18 anni della provincia di Firenze. Dall'analisi è emerso che il 47,5% dei ragazzi spende per ricaricare il telefonino meno di 10 euro al mese, il 35,5% tra gli 11 e i 20 euro e che le ragazze tendono a spendere più dei coetanei maschi. Nel complesso il 48,6% utilizza il cellulare meno di un quarto d'ora al giorno per telefonare, soprattutto per parlare con i genitori, mentre si passa più tempo a scambiarsi messaggini con i compagni di classe, ad ascoltare musica, o scattare fotografie e fare video.

Secondo quanto spiegato, per gli adolescenti di oggi il cellulare diventa lo strumento che più di ogni altro riunifica attività comunicative ed espressive, ed è considerato come un «oggetto intimo». Nel corso del convegno è stato illustrato l'andamento del progetto ministeriale 'Cl ssi 2.0', avviato da tre anni fa in alcune classi di 156 scuole a livello nazionale di cui sei in Toscana, e dedicato allo sviluppo di una didattica che preveda l'uso della tecnologia fuori e dentro l'istituto scolastico, attraverso l'utilizzo di computer, tablet, lavagne interattive, o videolezioni d apoter rivedere sul computer. Secondo il direttore del Communication strategies lab dell'Università di Firenze, Luca Toschi, come sia cambiato l'uso del cellulare e delle tecnologie tra i giovani «lo abbiamo visto anche sabato scorso a Roma». «Dietro a questi fatti tremendi che si sono verificati ritorna il tema del cellulare, degli sms, dei social network. Abbiamo inventato delle tecnologie e le abbiamo buttate avanti, senza preoccuparci minimamente di chiederci se e come queste potevano cambiare anche il nostro modo di vivere», ha spiegato. Per il presidente del Corecom toscano Marino Livolsi, «la tecnologia non va demonizzata ma soprattutto va conosciuta perché siamo alla vigilia di grandi e nuovi cambiamenti tecnologici. Dobbiamo poi capire come questa viene utilizzata specie dai ragazzi, di cui sappiamo ancora poco, e cosa cercano nella tecnologia. Loro sono 'nativi digitali' ma i 'vecchi digitalì è bene che si diano una mossa».

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