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l'analisi

L'industria del videogame: trasformare un hobby in lavoro

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

È il sogno di tutti quello di poter fare un lavoro che piace, se è un hobby (qualsiasi occupazione perseguita con impegno e passione nel tempo libero dal lavoro consueto, per ricreazione) a diventare il proprio mestiere, allora abbiamo fatto bingo.

 

Spesso si deve scendere a compromessi quando si tratta di occupazione, soprattutto se si ha famiglia, un mutuo o la necessita di contribuire al reddito del nucleo con il quale si vive. Ecco che allora c’è poco da fare, nel senso che l’obiettivo primario diventa un lavoro, e talvolta va bene qualsiasi tipo di lavoro.

 

Ciò significa abbandonare i sogni infantili che magari ci vedevano astronauti nello spazio o calciatori, oppure veterinari o operatori di Ong. Sta di fatto che se l’obiettivo è portare a casa lo stipendio, desideri e passioni vanno talvolta accantonati.

 

Questo però non significa che una buona retribuzione data da un lavoro che ci appassiona non esista. Per fortuna sono molte le persone che, a volte grazie alla fortuna, ma molto più spesso grazie alla tenacia, sono riuscite a trovare un’occupazione che li gratifica.

 

Oggi parliamo di lavoro e videogame, abbiamo deciso di trattare questo argomento perché l’industria del videogame sta assumendo, anche tra i media e nell’attualità, sempre maggior rilievo. Inoltre i videogiocatori in Italia, secondo una ricerca del Corriere della sera, sono 24 milioni, ovvero il 43% della popolazione Italiana. Basta questo per portarci a fare una riflessione sul mondo del videogame come potenziale industria lavorativa.

 

Ma quali figure necessita questo settore? Andiamo dagli sviluppatori software, ruolo tecnico altamente qualificato in termini tecnologici, e quindi ingegneri progettisti, ai grafici che sono molto richiesti perché nel gioco è fondamentale il rapporto tra ciò che vediamo e come andiamo a interagire con gli elementi visivi che ci permettono di compiere delle funzioni. Poi ci sono gli sceneggiatori di videogame, il cui ruolo fondamentale è quello di sviluppare una storia interattiva che proceda per livelli, e che sia ovviamente coinvolgente per l’utente.

 

I developer, insieme al team, devono sempre essere pronti a rinnovare l’offerta proposta, considerando che per tipologie di offerta bisogna contemplare quelle che vanno dalla realtà virtuale al live streaming. Inoltre, considerate che la fruizione dei giochi avviene sia tramite console (vedi Nintendo) sia online, dove ad esempio, se non l’avevate contemplato, l’industria del gambling è attivissima e i giochi di casino online sono molto ricercati. C’è poi tutto il discorso che riguarda la gamificazione, ovvero il fatto di impiegare esperiti di videogame in servizi che non sono propriamente un gioco ma che usano le tecniche del gioco per motivare l’utente.

 

Ecco c’è un mondo, fuori e soprattutto dentro la rete, dove magari un hobby può trasformarsi in lavoro. 

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