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a 18 anni dalla morte

Firenze ricorda il magistrato Gabriele Chelazzi

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

«Un’indagine nasce sempre dal basso, dai piccoli indizi poi cresce. Mai il contrario. Mai innamorarsi di una tesi». Così ragionava Gabriele Chelazzi, il magistrato ucciso da un infarto 18 anni fa, il 17 aprile 2003, a soli 59 anni, gli ultimi dieci dei quali interamente votati alle indagini sui responsabili delle stragi di Firenze, Roma e Milano del 1993 e sulla campagna di morte voluta certamente da Cosa Nostra, ma forse anche da altri 'concorrenti esterni'. Prima come pubblico ministero a Firenze. Poi, dal ' 98, come applicato alla procura nazionale antimafia.

 

Chelazzi era in magistratura dal 1975 e  aveva cominciato come sostituto procuratore a Milano. Tornato a Firenze, la sua città natale, si dedicò in particolare alle indagini sul terrorismo rosso e poi alle stragi mafiose. Era di turno d'urgenza il 27 maggio ' 93, quando un ordigno composto da 250 chili di esplosivo devastò via de' Georgofili, uccidendo due bambine di 9 anni e 6 mesi, Nadia e Caterina Nencioni, i loro genitori e uno studente di 22 anni, Dario Capolicchio, e ridusse in macerie il cuore di Firenze. 

 

Sabato prossimo, a 18 anni dalla scomparsa, il Comune di Firenze ricorderà questo magistrato con la "m" maiuscola. Appuntamento domani, dalle 10 alle 12 in diretta streaming, sul canale YouTube del Comune di Firenze, per l'incontro dal titolo “L'eredità di Gabriele Chelazzi nel contrasto al crimine organizzato. Prevenzione e repressione delle attività predatorie delle mafie durante l'emergenza sanitaria”.

 

L'iniziativa si aprirà con i saluti del sindaco Dario Nardella, del presidente della corte d'appello Alessandro Nencini, della presidente del tribunale Marilena Rizzo e dell'assessore regionale Stefano Ciuoffo. Subito dopo interverranno il procuratore generale Marcello Viola, il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi, il procuratore di Pisa Alessandro Crini, il consigliere speciale del sindaco per la legalità Giuseppe Quattrocchi, Luigi Dainelli, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili e Caterina Chelazzi.
Le conclusioni sono affidate alla cultura della legalità e della memoria Alessandro Martini.

 

Grazie al lavoro di questo investigatore scrupoloso, magistrato di grande rigore morale e professionale, e a quello dei colleghi Piero Luigi Vigna, Francesco Fleury, Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini, boss e gregari di Cosa Nostra sono stati condannati definitivamente quali mandanti ed esecutori di quella stagione di terrore.  

 

Tra questi i capi della mafia siciliana: Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano, Matteo Messina Denaro. 
Il processo si aprì davanti alla corte d'assise di Firenze il 12 novembre 1996 e si è chiuso in Cassazione il 6 maggio 2002: un ‘record’ nell’Italia delle stragi impunite. 

 

Foto: Studio Associato CGE Fotogiornalismo 

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