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sciopero generale

Cobas e Cgil scendono in piazza, contemporaneamente Sì, ma insieme No

"Bisogna rimandarli a scuola guida perchè le manovre non le sanno proprio fare"
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Immagine articolo - Il sito d'Italia

L'appuntamento per entrambi i cortei era alle ore 9,00. Piazza Cavalleggeri per la Cgil e Piazza Santissima Annunziata per i Cobas. La motivazione che spinge a riversarsi nelle piazze fiorentine come in quelle di tutta Italia è per tutti la stessa ed è ovvia, dissentire in modo netto dalla manovra messa in piedi dal Governo, eppure si sente la necessità di fare dei distinguo. I cortei non confluiranno, i percorso sono diversi e separati dall'inizio alla fine, non per ragioni di ordine; la scelta è sindacale, è politica.
Ore 9.00 piazza Cavalleggeri è intasata dai manifestanti, si ammassano tutti dinanzi alla Biblioteca Centrale e sostano lì per una buona mezz'ora in attesa che tutte le frange del corteo si radunino e si mettano in marcia. Una prima stima è di 15.000 persone, stando alle fonti della Questura. E' un tripudio di bandiere, quasi tutte rosse, ovvio: CGIL, Rifondazione Comunista, immancabile il simbolo della falce e martello e ovviamente 'Bella Ciao' sotto il sole ancora caldo di settembre. Non manca persino il volto di Marx, in bella vista al centro della piazza. In realtà facendosi largo tra la folla ci si accorge che la manifestazione è composita: ci sono lavoratori di ogni tipo, dagli insegnanti precari ai metalmeccanici. Più in là spunta uno striscione e un gruppo di lavoratori forse meno abituati alle manifestazioni di piazza ma che stavolta hanno sentito il dovere di prendervi parte; sono i lavoratori del Maggio Musicale Fiorentino, impiegati, tecnici e maestranze varie: “Domani - ci dice Francesca impiegata del Teatro dal ' 98, che ricorda le 37 maschere mandate a casa– ci sarà un incontro per decidere del futuro di altri 132 precari”. Poco oltre un gruppo di donne portano con orgoglio sulla schiena un foglio A4 con su scritto ' Le donne le prime vittime della manovra'; sono le bibliotecarie della Biblioteca Centrale, “tagliare sui servizi e sul sociale, significa penalizzare le donne, che sono già oberate di responsabilità verso il lavoro, i figli e gli anziani”, dice Laura che insieme alle sue colleghe sventola lo striscione ' La cultura rende liberi'. Accanto a loro un altro gruppo di lavoratori, sono quelli della Pubblica Assistenza. Gianni lavora come Autista-soccorritore e denuncia la situazione di crisi che il suo settore sta subendo “sono stati decurtati i cosiddetti servizi minori che però in alcuni casi erano indispensabili, uno su tutti l'accompagnamento per i malati che hanno bisogno della dialisi. “Bisogna rimandarli a scuola guida, perchè le manovre non le sanno fare” questa la sintesi del metalmeccanico Marco, per gli amici 'il Panda'. Di bandiere con il simbolo del Pd se ne vedono poche, un paio al massimo, se si esclude il gruppo dei Giovani Democratici dell'Empolese- Valdelsa che hanno scelto Firenze per protestare contro la manovra e contro questo governo. A parlare in loro rappresentanza è Silvia Vannelli “C'è bisogno di più collaborazione e di una maggiore concertazione tra Stato e Regioni, sui giovani e sul lavoro”, il riferimento è all'articolo 11, alla normativa vigente sugli stage e tirocini in contraddizione con il progetto regionale promosso da Rossi, alla questione del riscatto della laurea e infine anche alle pensioni: “Questa è una manovra che non prevede incentivi ai giovani e che invece si abbatte sulle fasce più deboli”, continua Silvia. E su Renzi e sulla sua scelta di non prendere parte alla manifestazione? “Renzi dovrebbe essere un po' più sindaco dei cittadini e meno di sé stesso, soprattutto in un momento di grave crisi economica e sociale come questa”. Il corteo si mette in marcia e raggiunge Via Dei Benci, Borgo dei Greci fino a Piazza Signoria; giunti sotto Palazzo Vecchio un mega striscione recita “Renzi il sindaco che la destra ci invidia”. Il primo cittadino è in rotta di collisione con il sindacato da tempo si sa e sulla manovra ha ribadito più volte che compito della politica e quindi del suo partito non è quello di scendere in piazza ma di fare proposte alternative.
Il corteo della Cgil prosegue verso via Vacchereccia e si concluderà in Piazza Santa Maria Novella. Intanto poco più in là si fanno sentire gli altri manifestanti, quelli dei Cobas, che nel frattempo hanno raggiunto via Martelli. Sono molto meno numerosi, ma il dissenso è lo stesso. A sflilare ci sono I 'Pensionati indignati' con in testa il capogruppo, il Sig. Gallori, un tempo medaglia d'oro Cgil che porta ancora al collo ma che con rammarico oggi dice “Siamo indignati con la politica e con i sindacati tutti”, e poi le educatrici degli asili nido che denuciano da tempo la carenza di personale, il ricorso alle cooperative esterne e le privatizzazioni, le ultime quelle del Fantaghirò e del Bagheera. Si intravede anche il simbolo anarchico e subito dopo un gruppo di studenti dei centri sociali di sinistra. Ci sono anche i Vigili del Fuoco e per loro parla il sindacalista Paolo Pucci “hanno alzato la fascia d'età pensionabile a 62 anni, mi chiedo se a quell'età sarò ancora in grado di salire su una scala o su un camion”. Per ciò che riguarda la difformità con il sindacato della Cgil, Pucci afferma “la Cgil fa parte del sistema, la nostra è una posizione più vicina ai movimenti, non siamo disposti a scendere a compromessi, cosa che la Camusso ha fatto, tanto più che noi non abbiamo partiti di riferimento, la Cgil sì e a quello deve rendere conto”.

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