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Unioncamere

Toscana: l'economia si muove ancora a due velocità

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Il “doppio binario” su cui l’economia toscana si muove da circa quattro anni – da un lato le imprese agganciate alla crescita della domanda internazionale, dall’altro quelle maggiormente dipendenti da una domanda interna che resta estremamente debole – continua a rappresentare una delle principali chiavi di lettura delle tendenze in atto.

L’export, anche nel secondo trimestre dell’anno, manifesta infatti una crescita robusta (+7,1% al netto dei metalli preziosi), con dinamiche sostenute sia verso i paesi extra-europei (+9,1%) sia all’interno dell’Area Euro (+6,1%). La Toscana mette a segno nel trimestre la migliore performance fra le principali regioni esportatrici, grazie soprattutto a macchinari (+33,6%), nautica (+26,6%) e sistema moda (+9,0%). Il traino della domanda internazionale è tuttavia insufficiente per far ripartire l’intero sistema economico-produttivo, dal momento che l’export costituisce circa il 20% della domanda complessiva che incide per circa il 30% sul pil regionale. Le prospettive per l’anno in corso continuano infatti ad essere sfavorevoli per molte realtà imprenditoriali operanti sul mercato locale. Malgrado su tale fronte si registri qualche miglioramento – nei servizi le imprese che chiuderanno il 2014 con una crescita del fatturato sono il 19% (erano il 5% lo scorso anno), nell’artigianato il 10% (erano l’8% nel 2013 ed il 5% due anni fa) – resta tuttavia ancora prevalente la quota di imprese che accusano un nuovo arretramento del proprio volume d’affari (25% nei servizi, 34% nell’artigianato): in termini aggregati, tanto per l’artigianato che per le imprese del terziario il 2014 è dunque destinato a far segnare un nuovo segno meno. La persistente debolezza dell’attività economica è segnalata anche dalla flessione dell’import dei prodotti che entrano nei cicli produttivi delle imprese (beni intermedi -4,3%), mentre in prospettiva futura un dato maggiormente incoraggiante proviene dalla crescita dell’import di macchinari (+5,5%), indice di una ripartenza dei programmi di investimento.

 

Queste le principali indicazioni contenute negli ultimi tre report curati dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana, relativi ad export, artigianato e servizi.

 

“I dati sul commercio estero a metà 2014 – sottolinea Stefano Morandi, Vicepresidente di Unioncamere Toscana – continuano ad essere largamente positivi e confermano ancora il ruolo trainante dei paesi extra europei, ed in particolare del continente americano e di quello asiatico a sostegno alla crescita della domanda estera, ma anche le buone performance realizzate dall’export toscano sui mercati dell’euro. L’andamento dell'export non tralascia dunque occasione per indicarci come vi sia un pezzo dell'apparato produttivo toscano che continua ad essere estremamente dinamico ed altamente competitivo, pur in una fase in cui l’economia internazionale sta rallentando. Non altrettanto può dirsi per la più ampia fascia di imprese che operano per un mercato prevalentemente – o esclusivamente – interno, e che risentono pesantemente del “vuoto di domanda”, privata ma anche pubblica, generatosi negli ultimi anni. Le anticipazioni forniteci da un campione rappresentativo composto da 110mila imprese artigiane e da 88mila imprese dei servizi, per lo più di piccolissime dimensioni ed operanti su mercati “di prossimità”, ci dicono che l’anno in corso è purtroppo destinato a chiudersi per molte di queste con risultati ancora una volta negativi, soprattutto nel caso delle imprese artigiane operanti nella filiera dell’edilizia e per quelle dei servizi attive nei trasporti. E’ chiaro – dichiara infine Morandi – che tutte le imprese, quelle che si devono confrontare con i mercati esteri come quelle più piccole ma ben radicate sul territorio, devono

avere la possibilità di competere almeno ad armi pari sul fronte dei costi dei servizi necessari alla produzione, ed è per questo che è prioritario far ripartire un trend positivo di investimenti pubblici e privati, puntando su priorità chiare come efficienza e riqualificazione energetica, banda larga, insieme a servizi che facilitino l’accesso al credito ed alla realizzazione delle riforme che veramente servono alle imprese, dalla semplificazione burocratica alla giustizia civile.”

 

LE ESPORTAZIONI

La Toscana mette a segno, tra aprile e giugno 2014, una nuova crescita dell’export (+7,1% al netto dei metalli preziosi), facendo registrare il miglior andamento tra le principali regioni esportatrici (Veneto +3,6%; Emilia Romagna +3,3%; Piemonte +3,0%; Lombardia -0,1%). La favorevole performance registrata sul fronte estero è trainata in primo luogo da un’accelerazione dei paesi extra-europei (+9,1%), cui hanno contribuito soprattutto l’America Settentrionale (+28,9% con gli Stati Uniti al +28,2%), l’Asia Centrale ed Orientale (+22,9% con un export verso la Corea del Sud più che raddoppiato nel corso dell’ultimo anno) e l’Oceania (+68,2%). In buona crescita, tuttavia, anche l’export verso il continente europeo (+5,3%), grazie soprattutto ai mercati dell’Area Euro (+6,1%), dove tengono sia il mercato tedesco (+3,4%) che quello francese (+1,1%). Restano particolarmente dinamici, tra i paesi al di fuori dell’area valutaria, Polonia (+23,4%), Regno Unito (+4,3%) e Svizzera (+3,0%), mentre flettono sia Russia (-3,4%) che Turchia (-9,3%).

A livello settoriale, le esportazioni toscane sono invece sostenute dalla vendita di macchinari (+33,6%), di mezzi di trasporto (+13,0% grazie in particolare al +26,6% della nautica) e di beni di consumo non durevoli (+6,9%), dove sono ricomprese tutte le produzioni del sistema moda: abbigliamento (+12,4%), calzature (+11,2%), concia e pelletteria (+9,6%), prodotti tessili (+3,6%). Prosegue inoltre, su ritmi più moderati, la ripresa delle vendite di prodotti intermedi (+2,5%), mentre difficoltà si registrano per la componente dei beni di consumo durevole (-8,5%), determinata principalmente della flessione della gioielleria/oreficeria (-10,9%) a seguito della crescente incertezza generata dalla situazione geo-politica del Medio Oriente.

 

L’ARTIGIANATO

Le circa 110mila imprese artigiane registrate agli archivi delle Camere di Commercio rappresentano oltre un quarto (26,7%) del sistema imprenditoriale regionale, ed operano prevalentemente nell’edilizia (40%) e nel settore manifatturiero (29%). Si tratta di imprese che, anche a causa delle ridotte dimensioni, operano in larga parte su mercati “di prossimità” (l’87% del fatturato è realizzato all’interno dei confini regionali), e che solo nel caso dell’artigianato manifatturiero presenta una certa propensione internazionale (l’11% del volume d’affari è in questo caso realizzato all’estero).

Sulla base delle indicazioni degli imprenditori, la quota di aziende che chiuderà il 2014 con una crescita del proprio fatturato è destinata ad aumentare, portandosi al 10% (era al 5% nel 2012 ed all’8% nel 2013), rimanendo tuttavia ampiamente al di sotto quella delle imprese che chiuderanno l’anno con una diminuzione del proprio volume d’affari (34%). Le maggiori difficoltà continuano ad interessare le imprese dell’edilizia (saldo fra aumenti e diminuzioni pari a -40 punti percentuali, contro una media di -26%), ma valori negativi si registrano anche per le imprese artigiane manifatturiere (-18%) e per quelle del terziario (-15%).

Il fatturato dell’artigianato, in termini aggregati, è destinato dunque a diminuire anche nell’anno in corso, sulla scia di quanto già registrato nel 2013 (la variazione del fatturato era stata del -7,4%) e – più in generale – da oltre un decennio a questa parte, sommando difficoltà congiunturali a problemi di natura strutturale. Nel 2014, la persistente situazione di criticità è inoltre destinata a trasmettersi nuovamente anche sui livelli occupazionali (solo il 2% delle imprese artigiane esprimono aspettative di aumento degli organici nell’anno in corso, contro il 10% di aziende che diminuiranno i propri addetti), così come sulla stessa tenuta del tessuto imprenditoriale artigiano: nell’ultimo anno disponibile (fra luglio 2013 e giugno 2014), le imprese artigiane sono diminuite di 1.395 unità (concentrate principalmente nell’edilizia e nei trasporti), una media di quasi 4 imprese in meno al giorno.

 

I SERVIZI

L’indagine relativa ai servizi (tutti i settori del terziario, ad eccezione di commercio e turismo) riguarda un universo che in Toscana comprende oltre 88 mila aziende iscritte al Registro delle Imprese (il 21,4% del totale regionale) caratterizzate da una marcata frammentazione e da una clientela prevalentemente locale: le imprese di servizi realizzano circa il 60% del proprio fatturato nella provincia di localizzazione, ed oltre l’80% all’interno del territorio regionale. Si tratta di imprese operanti principalmente nel comparto dei servizi sociali e alla persona (32% in termini di addetti) e dei servizi avanzati alle imprese (30%), seguiti da trasporti e logistica (12%), immobiliare (10%), servizi operativi alle imprese (9%), informatica e telecomunicazioni (5%), servizi dei media, culturali e creativi (2%).

Le aspettative sull’andamento dell’attività economica relative al 2014 rivelano un maggior numero di imprese con fatturato in aumento (il 19,2% invece del 5,1%) ed una decisa contrazione di quelle con fatturato in diminuzione (dal 44,8% del 2013 al 25,5% del 2014). Malgrado ciò, le imprese che prevedono una riduzione delle vendite rimangono dunque numericamente prevalenti (saldo pari a -6 p.p.), con punte negative più elevate nei trasporti, nei servizi operativi alle imprese, nei servizi sociali/alla persona e nelle attività immobiliari, maggiormente contenute per i servizi avanzati alle imprese, ed un sostanziale equilibrio per informatica e servizi culturali.

Per il 2014 si profila dunque un nuovo, più moderato calo del fatturato, con perdite che vanno tuttavia ad accumularsi ad un andamento 2013 in cui la crisi dei servizi – pur essendosi allentata – aveva comunque segnato un una contrazione del volume d’affari pari al 5,3% con segni meno davanti a tutti gli andamenti settoriali (dal -9,8% delle attività immobiliari, al -2,7% di informatica e TLC). La riduzione dei livelli occupazionali registrata nel 2012 (-1,5%) e nel 2013 (-3,7%) sembra invece destinata ad arrestarsi: le aspettative degli imprenditori per il 2014 fanno infatti registrare un saldo leggermente positivo (ad eccezione dei trasporti), con il 6,3% delle imprese che prevede un aumento nel numero di addetti ed il 5,0% una riduzione. Analogamente, anche l’orientamento della spesa per investimenti evidenzia un saldo positivo delle aspettative per il 2014, in particolare per trasporti, informatica, servizi avanzati. Cresce tuttavia l’area della stabilità che denota un incremento dell’incertezza a fronte delle gravi perdite dello scorso anno (-58 milioni la contrazione della spesa per investimenti stimata nel 2013).

 

 

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