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L'iter e i possibili intoppi

Nuovo stadio Fiorentina: scordarselo prima del 2022. Ecco perché

Un difficile puzzle dove tutti i pezzi devono incastrarsi perfettamente altrimenti salta tutto
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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Martedì 1 marzo 2016 la Giunta del Comune di Firenze ha accolto l'istanza motivata di proroga, presentata da ACF Fiorentina, per la presentazione del progetto definitivo del nuovo stadio e le opere connesse.

Punto cardine della stessa è la data del 31 dicembre 2016, ovvero il termine ultimo entro il quale la Società viola dovrà consegnare a Palazzo Vecchio gli elaborati e il PEF (piano economico finanziario) che dimostri la sostenibilità dell'investimento.

Qual è il percorso? Quali i tempi e i possibili intoppi? La strada per poter vedere finalmente sorgere il nuovo stadio di Firenze è lunga e legata ad una serie di questioni che rischiano di bloccare il percorso.

Vista la complessità della questione, sconsigliamo la lettura del concione. I flagellanti vadano pure avanti...

 

Il 14 luglio 2014 ACF Fiorentina presentò al Comune un progetto da realizzare su tutti i 48 ettari della cosiddetta area Mercafir a Novoli. Nella suddetta c'è il centro alimentare polivalente, non si tratta di quattro barrocci di carciofi, ma decine di migliaia di mq di padiglioni dove ci si rifornisce di generi alimentari da tutta la Toscana.

La proposta della Società dei Della Valle, pertanto, partì zoppa: prima di approvare in via definitiva il progetto stadio, è implicito procedere ad individuare un luogo dove eventualmente trasferire il CAP (Centro Alimentare Polivalente), la cui riqualificazione (da variante urbanistica approvata nel maggio 2012) sarebbe dovuta avvenire nel comparto nord dell'area Mercafir. È stato presentato un progetto per costruire in una zona né libera da immobili, né dismessa, bensì dove insiste un'attività economica importantissima per Firenze, che dà lavoro a migliaia di persone e da anni produce utili. Ecco perché per far sì che la questione vada a buon fine si debbono incastrare, dal primo all'ultimo, tutti i pezzi di un complesso puzzle.

 

Qualora tutto vada a buon fine, chi si deve fare carico dei costi per “sfrattare” la riqualificazione del mercato e trovargli un'altra casa? La risposta è ACF Fiorentina. Lo afferma la delibera del 7 gennaio 2015 dove il Comune, oltre a dichiarare la Pubblica Utilità del progetto stadio, indicò ad ACF una serie di prescrizioni e, tra queste, c'è la monetizzazione del comprato nord dell'attuale area mercatale. Con i circa 20 milioni di euro ricevuti (la cifra è oscillante per una serie di questioni), Palazzo Vecchio potrà comprare dai privati i terreni dove far sorgere il nuovo centro alimentare e lasciare libera l'area situata nell'UTOE 10 per il nuovo stadio, parcheggi e ulteriori 87.000 mq di superfici suddivise in 50.000 mq di commerciale, 27.000 di direzionale e 10.000 di turistico-ricettivo.

 

Negli scorsi mesi, dopo una serie di bandi pubblici che hanno avuto esiti fallimentari (in alcuni casi comici), il Comune propone a Mercafir due aree per trasferirsi, una improbabile a Quaracchi (ipotizzare un ingrosso che fa ingente movimentazione merci nelle ore notturne circondato da abitazioni civili è una mossa da simpatici burloni) e una seconda all'Osmannoro, lungo via Curzio Malaparte (della quale ci fregiamo di aver parlato in tempi lontani) alla quale l'assemblea di Mercafir, a determinate garanzie, dice sì a una valutazione.

L'acquisizione dei terreni dell'Osmannoro (grazie alla moneta sonante versata da ACF) avverrà da parte del Comune con trattativa diretta coi proprietari o, come extrema ratio, tramite esproprio (che a seguito di recenti sentenze, ricordiamo, deve avvenire a prezzo di mercato).

 

Questo, a grandi linee, è il quadro della situazione. Veniamo agli interrogativi di cui sopra: qual è il percorso, quali i tempi e i possibili intoppi?

 

In attesa che entro il 31-12-2016 arrivi il progetto definitivo per lo stadio (in caso contrario salterebbe definitivamente tutto), Palazzo Vecchio ha già avviato l'iter per la variante urbanistica dell'area dell'Osmannoro. La procedura dovrebbe arrivare al voto in consiglio Comunale entro l'anno, a meno che aspetti fondamentali, come ad esempio la VIA (valutazione d'impatto ambientale), diano esito negativo. Il parere di soci e grossisti di Mercafir, se l'area sarà valutata idonea, sarà altrettanto fondamentale. Il rischio che molti grossisti abbandonino il CAP, senza tempi certi, è concreto e “anziché il mercato – come affermarono gli stessi – si rischierebbe di fare il mercatino”.

 

È proprio sulla questione tempi che si gioca la partita. Mercafir è da anni che tiene chiuso in un cassetto il progetto per una riqualificazione più che necessaria.

È chiaro, malgrado le date sparate in libertà, che finché il centro alimentare non sarà ultimato e le attività trasferite, nell'attuale area Mercafir la “Prima Pietra” dello stadio si potrà apporre solo per farsi fotografare tra una stretta di mano, un cincin, qualche pasticcino e nulla più. Oltretutto, dato che il terreno dell'Osmannoro lo paga la Fiorentina, la stessa vorrà avere la certezza di poter realizzare lo stadio con annessi e connessi, quindi la monetizzazione e il via ai lavori all'Osmannoro potranno avvenire solo dopo il sì definitivo allo stadio.

 

Ricordiamo che una volta presentato il progetto definitivo, la conferenza dei servizi decisoria (in base al comma 304 della L. 147/2013) ha sei mesi di tempo per dare l'assenso. Data la complessità dell'intervento i 180 giorni di cui sopra ci vorranno tutti. Nella conferenza preliminare dei servizi che portò alla dichiarazione di pubblica utilità, infatti, oltre ai rappresentati di ACF Fiorentina, i soggetti coinvolti furono 21: Comune di Firenze, Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Scandicci, Comune di Campi Bisenzio, Comune di Sesto fiorentino, Mercafir, Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Toscana, Soprintendenza per i Beni Architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici, Soprintendenza archeologica Toscana, Arpat, Asl 10, Enel, Publiacqua, Quadrifoglio, Telecom, Toscana Energia, Autorità di bacino del fiume Arno, Consorzio di bonifica 3 medio Valdarno, Autorità idrica Toscana 3 del medio Valdarno, Ato Toscana centro. L'eventuale sì della conferenza dei servizi decisoria, consentirà di risparmiare i tempi per la variante urbanistica, dato che l'assenso, sempre secondo il comma 304 della L. 147/2013, vale appunto come variante urbanistica (lo ha ricordato recentemente anche l'Assessore all'Urbanistica Lorenzo Perra), poi si potrà passare al bando pubblico (3 mesi), l'aggiudicazione della gara (1 mese) e il progetto esecutivo (2 mesi). Impossibile, però, ipotizzare che i 6 mesi successivi al sì della conferenza dei servizi, siano sufficienti a risolvere la questione CAP. Si potrà iniziare a mettere materialmente mano ai terreni dell'Osmannoro (sempre che ci sia l'ok al trasferimento), ma questa fase, se fossero rispettati i tempi in maniera certosina, inizierebbe solo a 2017 inoltrato e per terminare la migrazione del CAP saranno necessari perlomeno un paio di anni.

A 2019 inoltrato potrebbero iniziare i lavori per lo stadio. La Juventus per realizzare lo Stadium ultimò i lavori in 26 mesi (dall'inizio dei lavori di costruzione). Scorrendo la cronologia dello stadio di Torino si scopre che il percorso si avviò nel dicembre del 2002 con la variante urbanistica: l'inaugurazione è avvenuta l'8 settembre 2011...

 

Il 2021-2022 è il periodo più ottimistico nel quale potremmo vedere i viola giocare nel nuovo stadio, ma non dimentichiamo che bisogna fare i conti con possibili intoppi, con i ricorsi al TAR, altri eventuali in futuro, e inconvenienti che potrebbero sorgere a lavori in corso (durante gli scavi non è escluso, ad esempio, che vengano alla luce reperti archeologici).

 

L'Assessore all'Urbanistica Lorenzo Perra, in una lunga intervista a La Nazione, rispondendo alla domanda su un'ipotesi realistica di inizio lavori per lo stadio affermò che “a fine 2017 avremo individuato il concessionario della costruzione e gestione dello stadio e delle attività commerciali. Da quel momento inizieranno le opere di costruzione del nuovo mercato e del nuovo stadio di Firenze”. L'Assessore, giustamente, nella risposta elenca prima il mercato e poi lo stadio...l'ordine non è casuale. Bravo (e fine come la seta) Perra, pressapochista chi pensa che la fine del 2017 coincida con l'arrivo delle ruspe a Novoli.

 

È dal maggio del 2012 che la Giunta Renzi aveva spiattellato una soluzione percorribile (riqualificazione del CAP nell'area nord della Mercafir e stadio nella sud), ma i mq di superfici extra stadio su cui lucrare vennero definiti “sufficienti per pagarci l'acqua”. Nel luglio 2014 ACF Fiorentina presenta un progetto preliminare dove, sostanzialmente, si triplica le SUL della variante Renzi e, oltretutto, si progetta di intervenire su terreni di proprietà pubblica dove esiste un'attività commerciale imponente come il Centro Alimentare. Il Comune di Firenze non risponde con una pernacchia, ma si adopera (rispettando le vigenti norme) per trovare le soluzioni.

Il politico che dovesse riuscire a consentire la costruzione del nuovo stadio di Firenze ne avrebbe un ritorno di immagine enorme, probabilmente si verificherebbe il primo caso di processo di beatificazione in vita del futuro Santo...

Ecco il perché di tutti questi sforzi per riuscire ad incastrare i famigerati pezzi del puzzle, ma se il tentativo dovesse fallire bisognerà ricordarsi da dove siamo partiti. Scaricare le colpe sulla Pubblica Amministrazione quando si presenta un progetto zoppo in partenza sarebbe da superficiali o da opportunisti.

 

 

Donato Mongatti – © Riproduzione riservata

 

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