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domenica, 17 marzo 2013 - 02:46
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66 persone coinvolte

Credito Cooperativo Fiorentino: chiesto giudizio per Verdini e Dell'Utri

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Una banca usata per dare prestiti ad amici e parenti, senza garanzie e tutele, tanto da portarla al fallimento: la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per Denis Verdini, accusandolo di fatto di una gestione 'familiare' del Credito Cooperativo Fiorentino (Ccf), guidato dal coordinatore del Pdl fino al 2010. I pm Luca Turco e Giuseppina Mione hanno chiesto il processo anche per altre 66 persone. Fra loro, oltre ai dirigenti dell'istituto, ci sono i destinatari degli affidamenti, come Marcello Dell'Utri, la moglie di Verdini, Simonetta Fossombroni, e gli imprenditori Riccardo Fusi e Davide Bartolomei, della Btp. L'inchiesta si e' sviluppata su due filoni. Nel primo, sul dissesto della banca, Verdini e' accusato di bancarotta e associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita: secondo l'accusa c'e' stata una trentina di distrazioni di denaro, tra il 2008 e il 2009, per 100 milioni di euro. Nel secondo filone, che vede fra gli indagati anche il parlamentare del Pdl Massimo Parisi, viene ipotizzata la truffa ai danni dello Stato: le indagini hanno riguardato circa 20 milioni di contributi per l'editoria destinati a tre quotidiani locali, fra cui il 'Il Giornale della Toscana', che veniva venduto in abbinamento a Il Giornale. L'inchiesta fiorentina sulla banca 'di destra', il Ccf, ha incrociato anche quella senese sulla banca 'di sinistra', l'Mps. Il primo punto di contatto e' stato un prestito da 150 milioni concesso nel 2008 all'impresa edile Btp da Mps e Ccf, in pool con altri istituti. Secondo i carabinieri del ros, in quell'operazione svolse un ruolo di lobbying Andrea Pisaneschi, ex consigliere d'amministrazione di banca Mps ed ex presidente di Antonveneta, ritenuto vicino a Verdini. I magistrati di Siena e Firenze stanno poi indagando sull'esistenza di un 'patto' fra Pd e Pdl che sarebbe stato messo nero su bianco in un documento che ha in calce i nomi - ma non le firme - di Verdini e dell'esponente senese del Pd, Franco Ceccuzzi, ex sindaco della citta'. In quel foglio - un semplice A4 senza timbri o intestazioni - si parla di accordi che riguardano sia Mps sia alcune amministrazioni locali. Proprio per appurare l'autenticita' di quel documento, i pm di Siena e Firenze hanno ascoltato insieme alcuni esponenti politici del Pd ed ex Pdl. L'invio al gup delle richieste di rinvio a giudizio per l'inchiesta sul Ccf e' dell'11 marzo. Alcuni degli indagati ne sono venuti a conoscenza stamani (ieri, ndr), quando sono state depositate durante l'udienza in corte d'appello civile a Firenze sul reclamo dei vertici del Ccf contro l'insolvenza della banca dichiarata dal tribunale fallimentare nel novembre scorso. Proprio in seguito a quella dichiarazione, i pm fiorentini 'trasformarono' le accuse di appropriazione indebita in bancarotta. A provocarla, secondo l'accusa, sarebbero stati i prestiti facili, le distrazioni, come quella da 3,2 milioni in favore di Dell'Utri. (di Giampaolo Grassi - ANSA)

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