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intervista in tv

Bocci: "Ho votato sì al referendum di Renzi"

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

di Christian Campigli - “Ho votato a favore del referendum costituzionale proposto da Matteo Renzi”. No, non è uno scherzo né una battuta di cattivo gusto. La scorsa sera Ubaldo Bocci, candidato del centro destra alla poltrona di sindaco di Firenze, ha detto queste esatte parole.

 

Anzi ha orgogliosamente rivendicato durante l'intervista col caporedattore di Italia7, Gaetano D'Arienzo una scelta a dir poco infelice. Soprattutto visto i numerosi, anzi ormai incalcolabili attacchi per la sua visione del mondo assai più vicina a quella di Matteo (Renzi) piuttosto che a Matteo (Salvini).

 

Bocci ha cercato di spiegare la propria scelta “da uomo libero”, ricordando come lui non sia il candidato della Lega (con buona pace di Susanna Ceccardi), ma un civico a disposizione di tutto il centro destra. Una posizione che creerà non pochi imbarazzi tra le liste che lo sostengono. Tra quei politici che, della battaglia referendaria, hanno fatto una vera e propria bandiera.

 

Non è poi mancato un attacco alla stampa (singolare che nel 2019 citi solo i tre quotidiani carteacei locali e l'Espresso e si dimentichi di radio e siti di informazione, ma tant'è) sulla questione della famosa cena a casa propria in sostegno alla candidatura di Dario Nardella (definito, per l'ennesima volta, “una persona perbene, un grandissimo politico”) nel 2014.

 

“E' vero, quella cena c'è stata, ma trovo assurdo che si manipoli la verità”. Un'accusa pesante, sgradevole e che non depone a favore di mister Azimut. Più in generale Bocci è apparso però assai più preparato rispetto alla prima uscita con Stefano Cecchi.

 

Piacevole mentre parla dei suoi ricordi giovanili, degli anni '70 e della gioventù bruciata per colpa degli estremismi politici di quell'epoca. E anche mentre racconta la propria esperienza lavorativa. Da uomo semplice e diretto. “Non sopporto gli yes man. La politica deve essere servizio”.

 

Belle parole, correlate anche da una piccola intervista alla madre del candidato del centro destra. L'aspetto umano che ne esce è notevole. In particolar modo quando parla di Fiorentina e del suo tifo per la maglia viola. Ma anche quando si sofferma sulla propria fede e sul grande impegno con Unitalsi.

 

Ne esce malconcio invece l'aspetto politico. Anche perché quando D'Arienzo prova ad entrare nel vivo delle questioni (vigili urbani, sicurezza, infrastrutture), Bocci scivola, si divincola e, in sostanza, non risponde.

 

Perché, come diceva Fabrizio De André nel 1980 “É una storia da dimenticare,è una storia da non raccontare, è una storia un pò complicata, è una storia sbagliata”.

 

Christian Campigli 

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