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Festa Democratica

Ieri sera il dibattito "Informazione è Libertà"

Le parole di Roberto Natale (Fnsi), Santo Della Volpe (Fondazione Libera Informazione) e Vinicio Peluffo (deputato Pd)
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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Si è tenuto ieri sera al Parco delle Cascine, all'interno della “Festa Democratica”, un dibattito dal titolo “Informazione è Libertà: in difesa dei giornalisti minacciati e querelati”. Ne hanno parlato, Roberto Natale, Presidente Fnsi, Santo Della Volpe, Presidente Fondazione Libera Informazione e Vinicio Peluffo (deputato Pd).

Ecco alcune considerazioni degli ospiti che alle 21:30, davanti ad un centinaio di spettatori, hanno dibattuto sul tema dell'Informazione in Italia.

 

Esordisce Roberto Natale: “In Italia la Stampa è costretta a subire minacce che si possono riassumere in tre punti: la prima forma e la più grave, è rappresentata dalle minacce da parte della criminalità organizzata; la seconda viene dalla politica; e la terza è il sempre più continuo ricorso del potere al bavaglio con la querela per diffamazione (in sede penale) o alla richiesta di risarcimento (in sede civile)”. “Riguardo a quest'ultima forma di censura – prosegue – ci stiamo battendo affinché il Parlamento modifichi la legge sulla diffamazione a mezzo stampa, poiché, in alcune occasioni, le richieste pecuniarie di risarcimento mettono in ginocchio l'Informazione, costringendola, come extrema ratio, anche a chiudere le testate giornalistiche. L'articolo 21 della Costituzione funziona male ed ai tempi del populismo mediatico si corre il rischio di garantire troppo potere ad alcune parti. La pubblica informazione (riferendosi alla RAI, ndr) non sta offrendo un servizio all'altezza e coloro che ci tolgono il diritto all'Informazione – conclude – ci tolgono il diritto di essere pienamente cittadini”.

 

La parola passa a Santo Della Volpe: “In tutte le regioni è difficile svolgere serenamente il lavoro di giornalista. Attraverso le querele temerarie si può fare subito richiesta, in sede civile, di un risarcimento e se il querelato non ha alle spalle un ufficio legale ed un editore forte, è costretto a pagare di persona: con questo sistema si colpisce la libertà d'informazione. Un magistrato di Milano, interpretando la legge, ha stabilito che se il querelante perde la causa è costretto a versare al querelato la cifra che aveva richiesto come risarcimento, ma questa è stata solo un'interpretazione, mentre dovrebbe diventare la norma (come prevedono precise leggi in altri paesi, ndr)”.

Soltanto il PD e SEL denunciano alcuni atti intimidatori nei confronti della Stampa, come mai il resto degli schieramenti restano in silenzio? - si domanda – Il giornalista – conclude – appartiene soltanto al partito dell'Informazione”.

 

Conclude Vinicio Peluffo (deputato PD ed appartenente alla Commissione di Viglilanza RAI): “Si deve partire dal concetto che il giornalista deve essere messo nelle condizioni di poter svolgere fino in fondo il proprio mestiere. In questo momento sulla TV di Stato è sparita la realtà: non ci sono stati servizi esaustivi, ad esempio, che spiegassero e descrivessero la grave crisi economica mondiale o la guerra in Libia. Divenendo avulsi dalla realtà, si perde un diritto fondamentale che ogni cittadino dovrebbe avere garantito. La Rai – prosegue – è in una situazione fallimentare e in questi anni il centrodestra ha fatto pressioni, affinché si inaridisse il palinsesto non favorendo nuove produzioni. Per Berlusconi il pluralismo significa: chi è d'accordo con me ha diritto di parola e chi non lo è deve sparire. Finché ci sarà pressione politica, da qualsiasi parte venga, la RAI non si risolleverà – conclude – bisogna liberarla da giogo della politica”.

 

Gli ospiti terminano l'intervento con le ultime considerazioni ribadendo che l'Informazione e soprattutto il Servizio Pubblico sono un bene comune, “come l'acqua - sottolinea Natale”. “Bisogna parlare ai cittadini ed alle loro necessità, ma come si fa se la RAI è vincolata dal conflitto d'interessi? C'è necessità di pluralismo ed internet è un mezzo che può far crescere la consapevolezza della libertà – afferma Della Volpe”. “Bisogna liberare la RAI dalla morsa del potere politico e risolvere la questione del conflitto d'interessi – conclude Peluffo”.

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