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mercoledì, 20 giugno 2012 - 12:06
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Rischio commissariamento per la Fondazione

Grassi: "Si dimetta la Sovrintendente e si discuta di come gestire il Maggio Musicale"

Immagine articolo - Il sito d'Italia

“Si dimetta la Sovrintendente e si discuta di come gestire la Fondazione del Maggio Musicale a partire dall'annualità 2013, indipendentemente dall'ultimo accordo sindacale del 5 giugno che se rappresenta una toppa all'emergenza, non riuscirà comunque a risolvere tutti i problemi della Fondazione : – afferma il Consigliere comunale Tommaso Grassi – il Commissariamento, che ci appare sempre più vicino e certo,  sarebbe la conferma della pessima gestione della coppia Renzi – Colombo negli ultimi anni.”

 

“Comprendiamo la preoccupazione dei lavoratori del Maggio che oggi erano presenti nel Salone de’ Dugento a seguire i lavori consiliari e accogliamo la loro protesta come un appello che hanno voluto rilanciare a tutta la Città perché ognuno possa adoperarsi per tutelare e salvaguardare la realtà della Fondazione del Maggio Musicale: lo scorso anno i dipendenti hanno rinunciato al loro TFR, quest’anno con l’ultimo accordo sindacale si è attivata la cassa integrazione per oltre la metà dei dipendenti, quindi ci domandiamo come verrà gestita la Fondazione nel 2013 e a cosa dovranno rinunciare i dipendenti per consentire la sopravvivenza della Fondazione lirico sinfonica.”

 

“Crediamo che il Comune e gli altri Enti pubblici debbano trovare prima ancora di una soluzione nel merito, una metodologia di lavoro con le rappresentanze sindacali, e difficilmente riteniamo che si possa addivenire ad una soluzione definitiva che possa mettere un freno alla crisi strutturale della Fondazione se non si cambia la dirigenza che gestisce la Fondazione. -  conclude Grassi – Non si trovi poi in futuro la scusa del nuovo eventuale Commissariamento e non si scarichi ogni responsabilità sulla futura gestione commissariale perché la causa principale del fallimento è rappresentata dalla gestione corrente degli ultimi anni che è riuscita a pareggiare i conti solo grazie all'incremento dei contributi pubblici, sia diretti come i contributi dei soci o indiretti come la cassa integrazione in deroga, e ai gravosi e pesanti sacrifici dei lavoratori della Fondazione.”

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