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Governo, Renzi su Facebook: "Torno un semplice cittadino, buon lavoro a chi verrà"

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

"Torno a Pontassieve, come tutti i fine settimana. Entro in casa, dormono tutti. Il gesto dolce e automatico di rimboccare le coperte ai figli, un'occhiata alla posta cartacea arrivata in settimana tanto ormai con internet sono solo bollette, il silenzio della famiglia che riposa. Tutto come sempre, insomma". Inizia con queste parole il lungo post di Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook. Sono da poco passate le 1 della notte ed il presidente del Consiglio dimissionario racconta di aver liberato le sue stanze romane. Lo fa con un messaggio intimo. Lungo. Che ripercorre gli ultimi giorni a Palazzo Chigi e la sua esperienza da Presidente. Riflessioni, amare, sul voto e sugli ultimi sviluppi politici. Ma Renzi sembra aver finito la sua esperienza romana. Almeno per ora. E da Pontassieve cerca di fare quadrato per un ritorno, mai annunciato, ma già atteso dalla tribuna politica.

 

"Con me arrivano scatoloni, libri, vestiti, appunti. Ho chiuso l'alloggio del terzo piano di Palazzo Chigi. Torno a casa davvero. Sono stati mille giorni di governo fantastici" scrive Renzi ricordando anche che "qualche commentatore maramaldo di queste ore finge di non vedere l'elenco impressionante delle riforme che abbiamo realizzato, dal lavoro ai diritti, dal sociale alle tasse, dall'innovazione alle infrastrutture, dalla cultura alla giustizia".

 

Renzi parla anche di quello che il suo Governo non è riuscito a fare. "C'è l'amaro in bocca per ciò che non ha funzionato. E soprattutto tanta delusione per la riforma costituzionale. Un giorno sarà chiaro che quella riforma serviva all'Italia, non al Governo e che non c'era nessuna deriva autoritaria ma solo l'occasione per risparmiare tempo e denaro evitando conflitti istituzionali".

 

Poi torna sull'esito del referendum di domenica scorsa e sembra quasi voler ricominciare il discorso della notte del 4 dicembre da Palazzo Chigi. "Quando il popolo parla, punto. Si ascolta e si prende atto. Gli italiani hanno deciso, viva l'Italia. Io però mi sono dimesso. Sul serio. Non per finta. Lo avevo detto, l'ho fatto".

 

Ma la scelta delle dimissioni per Renzi è un gesto di dignità, perchè in Parlamento i numeri c'erano e il Governo avrebbe retto. "Di solito si lascia Palazzo Chigi perché il Parlamento ti toglie la fiducia. Noi no. Noi abbiamo ottenuto l'ultima fiducia mercoledì, con oltre 170 voti al Senato. Ma la dignità, la coerenza, la faccia valgono più di tutto. In un Paese in cui le dimissioni si annunciano, io le ho date. Ho mantenuto l'impegno, come per gli 80 euro o per l'Imu. Solo che stavolta mi è piaciuto meno".

 

"Torno semplice cittadino. Non ho paracadute. Non ho un seggio parlamentare, non ho uno stipendio, non ho un vitalizio, non ho l'immunità.
Riparto da capo, come è giusto che sia. La politica per me è servire il Paese, non servirsene" continua amaro nel suo post con un benvenuto al futuro presidente. "A chi verrà a Chigi dopo di me, lascio il mio più grande augurio di buon lavoro e tutto il mio tifo: noi siamo per l'Italia, non contro gli altri. Nei prossimi giorni sarò impegnato in dure trattative coi miei figli per strappare l'utilizzo non esclusivo della taverna di casa: più complicato di gestire la maggioranza."

 

Renzi parla della sua commozione nel lasciare Palazzo Chigi. "Ho sofferto a chiudere gli scatoloni ieri notte, non me ne vergogno: non sono un robot. Ma so anche che l'esperienza scout ti insegna che non si arriva se non per ripartire. E che è nei momenti in cui la strada è più dura che si vedono gli amici veri, l'affetto sincero. Grazie a chi si è fatto vivo, è stato importante per me".

 

Infine, si rivolge agli elettori del Sì, che sente incredibilmente e personalmente suoi. "Ai milioni di italiani che vogliono un futuro di idee e speranze per il nostro Paese dico che non ci stancheremo di riprovare e ripartire. Ci sono migliaia di luci che brillano nella notte italiana. Proveremo di nuovo a riunirle. Facendo tesoro degli errori che abbiamo fatto ma senza smettere di rischiare: solo chi cambia aiuta un Paese bello e difficile come l'Italia."

 

"Noi siamo quelli che ci provano davvero" conclude Renzi "che quando perdono non danno la colpa agli altri. Che pensano che odiare sia meno utile di costruire. E che quando la sera rimboccano le coperte ai figli pensano che sì, ne valeva la pena. Sì, ne varrà la pena. Insieme".
 

 

Alle 12.30 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato al Quirinale il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per conferirgli l'incarico di formare un nuovo Governo.

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