Il crescente utilizzo di Internet da parte di una popolazione sempre più giovane (ormai il 73 per cento del totale), anche a seguito della diffusione di app e smartphone, ha esteso anche alle nuove generazioni la possibilità di accedere a servizi di norma riservati agli adulti. Dalla navigazione sui principali motori di ricerca al commercio elettronico, passando per i servizi di intrattenimento online.

L’età minima di accesso a tali servizi, che siano di utilità o di svago, varia di situazione in situazione, e talvolta può prevedere delle condizioni d’uso limitate dal controllo dei genitori o dei tutori.

I servizi al cittadino: lo SPID

Partendo dai servizi di pubblica utilità, una questione importante riguarda l’uso dello SPID da parte dei minorenni. Innanzi tutto va chiarito che lo SPID è un sistema di accesso ai servizi della pubblica amministrazione, che avviene dietro autenticazione tramite le credenziali associate alla propria identità digitale. L’iscrizione è consentita solo ai maggiorenni anche se in taluni casi i minori di 18 anni possono richiedere e ottenere le proprie credenziali di accesso, sempre con il tramite del genitore o del tutore, al quale verrà rilasciato uno specifico codice di accesso e verifica. Un tema di recente discussione in merito riguarda la possibilità di estendere l’uso dello SPID ai minori, finalizzato all'iscrizione a social come Tik Tok, con l’utilità ultima di garantire maggiori controlli e sicurezza del soggetto minorenne.

I servizi di navigazione: Google

Alcuni servizi digitali, sebbene possano esporre i minorenni a qualche rischio, sono però utili ai più giovani per aumentare il proprio livello di informatizzazione e conoscenza della Rete, ma anche a fini didattici e di ricerca. Si fa particolare riferimento all’uso di motori di ricerca come Google, nonché ai servizi ad esso associati, come ad esempio l'apertura di un indirizzo email intestato oppure la possibilità di utilizzare strumenti di scrittura e condivisione dei file come Drive. A questo proposito esistono degli strumenti, come “Google Family Link”, che permettono ai genitori di aprire un account Google anche ai minori di 13 anni, mentre l'account Google Standard può essere aperto soltanto una volta compiuto il esimo anno di età, così come stabilito dall’articolo 8 del GDPR

I servizi di entertainment

Diversa è la situazione per quanto riguarda quei servizi telematici che non hanno utilità per il minore, se non quella dello svago. Ne è un esempio quello delle piattaforme on demand di contenuti audio e video, come film e serie Tv.

In questo caso il minore, sebbene non possa per legge sottoscrivere un contratto con una tv a pagamento, può comunque visionarne i contenuti, anche perché un controllo sarebbe impossibile, dato che gli accessi avvengono direttamente dallo smart tv di casa o via app. Tuttavia, di volta in volta, oltre ai filtri famiglia impostati alla fonte dai produttori dei dispositivi di trasmissione come le smart tv, alcuni servizi digitali offrono strumenti di controllo degli accessi a particolari contenuti, che possono essere limitati dai genitori o dai tutori grazie a modalità come il Parental Control e la Protezione Bambini (Infinity), o il Filtro Famiglia (Netflix).

In altri casi, come ad esempio nel gioco online, i minori possono giocare via app, ma i genitori possono avere il controllo ed esercitare il diritto di recesso per eventuali acquisti in-app non autorizzati, mentre non è possibile per un minore iscriversi a piattaforme di gioco a distanza con vincite in denaro, neanche per usare i free spin gratis e/o altre forme di credito gratuito erogate dagli operatori del gioco legale a po’ di prova del servizio. L’accesso ai siti dei concessionari legali ADM è infatti per legge esclusivamente riservato ai maggiorenni, e l'identità viene attestata tramite l'invio di un documento valido di riconoscimento.

E-commerce e carte prepagate

Nel caso degli acquisti online, i contratti portati a termine dai minori non sono validi in quanto la legge li inquadra come “incapaci legali”. I genitori possono dunque esercitare, con l’onere della prova di acquisto, l’annullamento del contratto, specie se si sospetta un raggiro o un’incapacità del minorenne di intendere e di volere. L'annullabilità, con prescrizione di 5 anni, non è però valida quando il minore abbia trovato degli stratagemmi per occultare la propria età, ed è dunque necessario fare attenzione quando si mette il soggetto minore in condizione di frequentare siti di e-commerce, di utilizzare app che prevedono acquisti in app oppure di utilizzare carte prepagate.

A questo proposito va detto che, se i minori non possono essere titolari di un conto corrente bancario, tuttavia possono essere intestatari di carte ricaricabili prepagate, senza IBAN e/o usa e getta, a loro riservate, ideate per giovani di fascia di età compresa tra i 13 e i 17 anni, e sottoscrivibili sempre dietro consenso dei genitori.

I social network

Da ultimo, i social network prevedono delle limitazioni di età per l’utilizzo dei servizi che variano da operatore a operatore, a seconda delle disposizioni di legge in materia. Per aprire un profilo Instagram è necessario avere compiuto 13 anni, a meno che il profilo sia gestito da un genitore. La soglia minima di età per aprire un account Facebook è sempre di 13 anni, e lo stesso vale per Tik Tok e YouTube ( i minori di 13 anni hanno accesso soltanto ai contenuti di YouTube Kids, e comunque con la supervisione dei genitori).

Nel caso dei servizi di messaggistica istantanea come Telegram e Whatsapp per iscriversi è invece necessario avere compiuto i 16 anni di età.

L’articolo 8 del Gdpr impone comunque alle piattaforme dei controlli e delle verifiche riguardanti l’iscrizione ai servizi di minorenni, da esercitare anche con apposite tecnologie e algoritmi, nella finalità ultima della piena tutela del minore, della sua privacy e del suo inalienabile diritto alla riservatezza.