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Palazzo Vecchio

The State of the Union, Rossi: "Rischia di prevalere l'Europa dell'austerità e dei sovranisti"

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

"Attenzione, perché con la nuova impostazione per il prossimo settennato rischia di prevalere l'Europa dell'austerità e dei sovranisti, contro quella della crescita e della democrazia, a vantaggio della destra più estrema che investe sulla paura e sulla chiusura identitaria".

E' questo l'ammonimento finale lanciato dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, stamani nel corso del suo breve saluto nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, in apertura della seconda giornata dell'ottava edizione di The State of Union, l'iniziativa promossa dall'Istituto universitario europeo per fare il punto sullo stato dell'Unione europea.

"Ad un anno dalle elezioni europee – ha spiegato il presidente Rossi - il nostro continente è in affanno per una miscela di sovranismo, intolleranza, e chiusura. I partiti tradizionali non riescono a dare delle risposte concrete ai nostri cittadini che patiscono differenze sociali sempre più marcate. L'Europa appare spaventata, schiacciata dalla globalizzazione, sopraffatta dagli egoismi nazionali, dalle crisi politiche, dai tentennamenti nel governare il disagio sociale e dalla sfida demografica".

In questo quadro non confortante Rossi ha evidenziato come lo scorso 2 maggio la Commissione europea abbia approvato la Proposta sul quadro finanziario pluriennale per il settennato 2020-2027 e che il presidente Junker ha chiesto agli Stati Membri di portare il bilancio dell'Ue, per il prossimo settennato, a 1.134,5 miliardi di euro, pari all'1,11% del Pil di ogni paese. A ciò si aggiungono l'uscita di un contributore netto come il Regno Unito e delle nuove priorità chieste da molti Stati membri: difesa, sicurezza, contrasto all'immigrazione, le cui poste di bilancio saranno più che raddoppiate.

E tra gli aspetti positivi sottolineati dal presidente Rossi figura che "questo aumento del bilancio europeo sarà alimentato da nuove risorse proprie che equivalgono a 22 miliardi l'anno, pari al 12% dell'intero quadro finanziario, con un gettito veramente 'europeo' che ci fa uscire dalla logica egoistica del 'pago più di quanto ricevo', visto che non graveranno sui cittadini e non saranno legate ad ulteriori contributi degli Stati membri, ma a tasse sulla plastica non riciclabile e sulle emissioni di CO2".

"Purtroppo però – è il rammarico del presidente della Toscana - tra queste risorse non figura la Tobin tax, l'imposta sulle transazioni finanziarie che avrebbe invece potuto colpire le speculazioni di borsa, responsabili, in ampia parte, delle gravi crisi di questi ultimi anni e avrebbe evitato gli importanti tagli alla Coesione e all'Agricoltura che saranno purtroppo 'le voci perdenti' del prossimo quadro finanziario a danno dei territori, del finanziamento di opere pubbliche, della lotta ai cambiamenti climatici, del contrasto alle disuguaglianze e alla disoccupazione".

Così secondo Rossi la "coesione" rischia di non essere più una politica autonoma di investimento e di crescita, ma un "bancomat" al servizio di altre politiche, da usare anche come deterrente per costringere gli Stati membri a rispettare le regole di bilancio. "Alzando muri e cortine di ferro – così ha concluso Enrico Rossi - non si generano investimenti, crescita e occupazione, non si riduce l'esclusione sociale né si diminuiscono le disparità territoriali. Si manda in rovina "il grande monumento all'unità spirituale d'Europa", come ci ha ricordato ancora il presidente Mattarella, citando il monito dello scrittore austriaco Stefan Zweig".

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