“Una procedura per una mobilità di un funzionario tecnico verso il Comune di Firenze la cui conclusione sembrava fin dal primo atto già scritta.
Un mese e due giorni, il minimo da legge, è stato il tempo impiegato dal Comune di Firenze per modificare in Giunta il piano occupazionale, bandire la mobilità, far arrivare le domande, comporre la commissione di valutazione, analizzare curriculum, far arrivare dal Comune di provenienza il nulla osta al trasferimento e procedere all'assunzione: peccato che il dipendente sia già da un anno a dirigere SaS, la partecipata del Comune di Firenze. Quindi l'assunzione pur formalmente avvenuta si è incastrata temporalmente con la proroga di 6 mesi del contratto di direttore generale a Sas: un tempismo che facciamo fatica a ritenere casuale e che per l'amministrazione comunale ha prodotto il risultato di aver assunto una persona senza poterne disporre e casomai alla prossima occasione di esternalizzazione addurre come motivazione che non c'è sufficiente personale. Un vero capolavoro che però lascia trapelare una forzatura evidente dei tempi con cui gli atti sono stati firmati e approvati, un lavoro della commissione quantomeno superficiale e che ci permette di sollevare molti dubbi sulla legittimità degli atti.” Così il capogruppo di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi insieme al consigliere Giacomo Trombi e la consigliera Donella Verdi.
“Pare chiaro - proseguono - che l'intento del Comune fosse quello di garantire un direttore generale a SaS anche adesso che la Legge Madia non permetterebbe più nuove assunzioni e neppure il rinnovo di contratti agli esterni, ma garantirebbe la possibilità per l'Ente locale di distaccare proprio personale presso le società partecipate: peccato che fino al 16 novembre il direttore fosse dirigente nella Provincia di Cremona. Non si capisce poi con quale atto l'amministrazione comunale fiorentina abbia distaccato il neoassunto del Comune a Sas: nel 2010 quando fu distaccato un'altra figura dirigenziale fu approvata una delibera di Giunta. Non vorremmo scoprire che dopo aver fatto le corse per far tornare i tempi alla perfezione qualcuno si sia reso conto del cortocircuito amministrativo che è stato creato pur di assumere. Se la legge può apparire sbagliata questo non legittima l'amministrazione a forzare norme e procedure per ottenere il risultato voluto. Per tutti questi motivi e per chiarire la vicenda sotto ogni punto di vista - concludono - crediamo giusto inviare all'autorità nazionale anticorruzione gli atti raccolti e tutto quanto abbiamo già chiesto alle direzioni competenti appena ci arriveranno le copie".
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