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STRISCIONE A SAN FREDIANO

"7 anni senza Riky. Il tempo non vi assolve". Guido Magherini: "Spero che i figli di quelli che me lo hanno ucciso assomiglino a Riccardo"

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Oggi pomeriggio, in Borgo San Frediano a Firenze, Guido Magherini, padre di Riccardo, ha deposto un mazzo di rose bianche, nel punto in cui il 3 marzo 2014, durante un arresto dei carabinieri, morì per asfissia, sotto i calci e le pressioni dei militari. Affisso anche uno striscione: "7 anni senza Riky. Il tempo non vi assolve" firmato da Gli amici di Riky e Acad, Associazione contro gli abusi in divisa.

 

"E' una sofferenza incredibile - ha dichiarato Guido Magherini - L'unica cosa bella è che lo vedo sempre bello come il sole. Oggi gli amici e chi lo conosceva lo hanno ricordato descrivendo quello che era Riky, uno che baciava, abbracciava, una persona solare". "Spero - ha concluso - che i figli di quelli che me lo hanno ucciso assomiglino a Riccardo". 

 

TABERNACOLO IN SAN FREDIANO - Intanto, dopo la lettera inviata da Guido Magherini al sindaco Nardella con la richiesta di poter ricollocare il tabernacolo in memoria di Riccardo, posto proprio nel punto in cui è stato ucciso, il consigliere regionale del Pd Iacopo Melio, attraverso la sua pagina Facebook, ha raccontato di aver parlato con il sindaco Nardella, ricevendo rassicurazioni sul nuovo tabernacolo in memoria di Riky. "Ho contattato, stamani, il Sindaco Dario Nardella - ha scritto Melio - Il tabernacolo verrà ripristinato quanto prima, e sarà mia premura seguirne e raccontarvi la sua realizzazione: perché chi doveva proteggere Riccardo, sette anni fa, non lo ha fatto, perciò facciamo in modo che ad essere tutelata sia almeno la sua memoria. Per tanti, per tutti. Da monito". 

 

"È dallo scorso Agosto - ha scritto il consigliere Pd - che la foto di Riccardo Magherini, morto per asfissia la notte tra il 3 e il 4 agosto del 2014, sotto i calci e le ginocchia di quattro carabinieri, non è più presente in Borgo San Frediano. È stata tolta senza alcun preavviso dal retro della chiesa del Cestello, rubata insieme ai sentimenti che portava con sé, lasciando spoglio il tabernacolo per chi vorrebbe soltanto ricordare un grande sportivo, un padre, un uomo sorridente che ha avuto la sola colpa di incontrare le persone sbagliate in un fermo che di giusto non aveva niente". "Nessun fiore ad adornare la memoria di Riky - ha proseguito - nemmeno il giorno del settimo anniversario della sua scomparsa. Solo il vuoto per una Firenze che non lo ha mai dimenticato, e che non dimentica tutte le vittime di “fatti che non costituiscono reato” in sentenze da riscrivere".

 

"LA FINE NON E' STATA SCRITTA" - "Riccardo Magherini moriva sette anni fa mentre veniva preso a calci e soffocato. Inutili le sue invocazioni di aiuto. Non ci sono parole. Ma la fine non è stata ancora scritta. Un abbraccio forte a Guido, Andrea ed a tutti i famigliari ed amici che ha lasciato". Così, in un post su Facebook, l'avvocato Fabio Anselmo, legale delle famiglie Cucchi e Magherini, in occasione del settimo anniversario della morte di Riccardo.

 

Il Tribunale di Firenze ha condannato in primo grado, e nel processo d'Appello, tre carabinieri, a sette e otto mesi di reclusione, per cooperazione in omicidio colposo. I giudici di secondo grado ordinarono una nuova inchiesta per gli abusi commessi da uno dei carabinieri. Nel novembre 2018, però, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio le condanne, assolvendo in via definitiva i tre carabinieri precedentemente condannati.   

 

La famiglia di Riccardo Magherini ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo che è stato accolto ed è in attesa di essere discusso. 

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