Non ha riposto ai magistrati e si è avvalso della facoltà di non rispondere l'imprenditore Luigi D'Agostino, indagato per corruzione in atti giudiziari nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Lecce su un presunto giro di tangenti milionarie, che il 14 gennaio ha portato all'arresto dei due magistrati Antonio Savasta e Michele Nardi, che hanno lavorato negli uffici giudiziari di Trani e ora erano in servizio a Roma.
D'Agostino è arrivato a Lecce da Firenze, dove risiede e svolge la sua attività (è stato interdetto per un anno dall'esercizio di attività d'impresa), ed è comparso al cospetto del gip Giovanni Gallo ma non ha voluto rispondere alle sue domande.
D'Agostino fu arrestato, nel maggio scorso, nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Firenze, dalla quale sarebbero emersi i suoi legami di amicizia e affari con Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo.
Grazie a Renzi senior, D'Agostino, secondo quanto ha dichiarato in un interrogatorio, sarebbe riuscito ad ottenere un incontro a Palazzo Chigi tra l'ex pm Savasta e l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, che non risulta indagato.
Nel corso degli interrogatori di garanzia tenuti stamattina, hanno invece cercato di chiarire le rispettive posizioni gli avvocati Ruggiero Sfrecola e Simona Cuomo, anch'essi destinatari dell'interdizione per un anno dalla professione.
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