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Dalla toscana

Droga e anabolizzanti: 22 indagati a Grosseto, ci sono 7 poliziotti. Ancora guai per un fiorentino

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Stefano Giglio, poliziotto nei guai

22 indagati, tra i quali sette poliziotti, accusati, a vario titolo di spaccio e cessione di stupefacenti, detenzione abusiva di armi, commercio di farmaci anabolizzanti attraverso canali diversi dalle farmacie, ricettazione, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici; rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio.

 

L'inchiesta partì nel settembre scorso con l'arresto di Stefano Giglio (nella foto), 47enne, assistente capo di Firenze in servizio alle volanti della questura di Grosseto, poi scarcerato lo scorso novembre.

 

Dall'avviso di conclusione delle indagini, tra i 22 indagati figuro, oltre Giglio, anche altri sei poliziotti in servizio alla questura di Grosseto accusati di favoreggiamento, oltre ad un'avvocatessa grossetana, un farmacista di Orbetello, spacciatori stranieri e altre persone accusate di aver commerciato farmaci in modo illegale.

 

Secondo la procura, Giglio acquistava da spacciatori, trasportava e cedeva cocaina e anche sostanze dopanti ad alcuni ''amici''. Le indagini, coordinate dal pm Giuseppe Coniglio, hanno consentito di ricostruire come, nel corso del 2016, il poliziotto abbia più volte ricevuto da parte di diverse persone, anche cittadini extracomunitari, e ceduto anche sostanze anabolizzanti.

 

E' stata inoltre accertata la detenzione illecita di munizioni e l'indebita rivelazione a terzi di notizie coperte da segreto di cui l'assistente capo era a conoscenza per il ruolo ricoperto. In una circostanza è emerso, anche che Giglio aveva prodotto atti falsi incolpando un extracomunitario di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, pur sapendolo innocente. Giglio avrebbe sempre agito nella veste di pubblico ufficiale.

 

Guai anche dal passato per Giglio che nel 2000, quando era in servizio a Firenze, che era coinvolto anche fra i buttafuori delle discoteche e negli ambienti del Calcio Storico, fu arrestato nell'inchiesta Brancaleone, oltre 30 persone, lui compreso, finirono in carcere, per un'associazione dedita al traffico di coca, hashish e marijuana, con legami con la 'ndrangheta.

 

Dopo aver scontato una condanna fu reintegrato nel 2003 nella polizia e prese servizio a Grosseto nella squadra volante.

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