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Ieri manifestazione davanti al penitenziario

Radicali: "Chiudere il carcere di Sollicciano. È questione di civiltà"

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Ieri mattina, i radicali dell’associazione Andrea Tamburi di Firenze, hanno manifestato di fronte al carcere di Sollicciano per denunciare le gravi carenze strutturali dell’edificio e chiederne la chiusura immediata.

"Se un ospedale - spiegano in una nota - fosse ridotto così male da temere per la salute e l'incolumità dei malati e degli operatori cosa faremmo? Ne chiederemmo la chiusura immediata e il trasferimento di degenti e personale in una struttura adeguata. Similmente ci comporteremmo se ad essere pericolosi fossero un plesso scolastico o un qualsiasi edificio pubblico. Comportamenti differenti ci apparirebbero strani, addirittura scandalosi. Perché dunque si esita se l’edificio in questione è un carcere? Nel caso del carcere di Sollicciano non ci sono alternative ragionevoli alla chiusura. I detenuti e il corpo di polizia penitenziaria sono invece costretti a convivere con troppi, e troppo gravi, malanni dell’istituto. Danni strutturali, infiltrazioni di umidità, ricorrenti infestazioni di topi e piccioni, gelo in inverno con il riscaldamento che si blocca per settimane e caldo torrido in estate senza possibilità di ventilazione o riparo, assenza di acqua calda sanitaria, cucine fortemente sottodimensionate, carenze igienico-sanitarie per dir solo le cose più gravi. Ecco, questa è la situazione all’interno della quale si svolge l’esecuzione di pena a Sollicciano. Una pena nella pena, che rallenta il già difficile percorso di riabilitazione e reinserimento sociale del detenuto e lede diritti fondamentali di detenuti e lavoratori, come quello costituzionale alla salute.

A questa situazione diciamo basta. Il carcere di Sollicciano è in condizioni tali da prospettarne solo la chiusura e la conseguente dismissione. E’ un complesso di edifici non riparabili, uno dei peggiori in Italia. Un vero assurdo penale.

Chiudere Sollicciano non significa però trasferire i detenuti in altri istituti di pena. Significa, all’opposto, avere il coraggio necessario per applicare le leggi che regolano i procedimenti di decarcerizzazione. Significa investire nella magistratura di Sorveglianza, nell’esecuzione penale esterna e nelle misure alternative all’esecuzione intramuraria. Significa avere a cuore la dignità delle persone, e tutelare i loro diritti inviolabili. Significa investire nella rieducazione e nella riabilitazione sociale. Significa, in altre parole, vivere in un paese civile che rispetta le leggi che si è dato".

 
In allegato una foto della manifestazione (foto Massimo Lensi).
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