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Verso il voto del 26 maggio

Elezioni, la comunicazione politica passa dai social network

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Social network croce e delizia di una campagna elettorale che ancora non ha rivelato appieno il suo vero volto. C'è chi li usa troppo, chi troppo poco, ma soprattutto c'è chi non li sa usare. Esistono regole precise per farsi notare su Facebook (esiste persino un corso di studi universitari) e quello che può sembrare a certi dinosauri, abituati ad usare l'automobile anche per comprare il pane, un “di più” è spesso la base del successo. La pagina di Dario Nardella è ben fatta, curata, un post al giorno di media è poco, ma il sindaco uscente, da che mondo è mondo, ha tutto l'interesse nel tenere basso lo scontro. Bravi, pur con tematiche agli antipodi, Mustafa Watte (Punto e a Capo) e Saverio Di Giulio (Casapound). Entrambi hanno capito subito che trovare spazio in radio, televisioni, quotidiani cartacei o siti di informazione sarebbe stato complicato. E che quindi la strada maestra per intercettare voti avrebbe dovuto passare proprio dal più popolare social network. Benino Antonella Bundu, anche se il numero dei post è ancora troppo basso. Brava nell'alternare argomenti di carattere amministrativo con temi ideologici, che gasano inevitabilmente il suo elettorato. Roberto De Blasi, candidato dei Cinque Stelle, sta iniziando ad orientarsi nel mondo della comunicazione politica ma, al momento, non ha ancora una propria pagina. Malino Ubaldo Bocci. Un post al giorno, per chi deve recuperare un gap di elettori importante, è davvero troppo poco. Basta guardare il numero dei like per capire che qualcosa non funziona nella strategia comunicativa messa in atto dai suoi pensatori romano-milanesi. Sia chiaro, i voti e i “mi piace” non vanno di pari passo, ma sono certamente un indicatore. E un candidato che ha investito tanto (anche a livello economico,si vocifera di oltre 300mila euro), sostenuto dal principale partito italiano, non può accontentarsi di 300 like di media (con punte massime di 600, una autentica miseria). È piaciuta l'idea di farsi fotografare al pranzo pasquale nelle case popolari (bollato però dagli avversari come “populismo da quattro soldi”), assai meno non aver scritto una sola sillaba sullo scoppio del carro e sul sorteggio del calcio storico. Una tradizione amata in città soprattutto da un elettorato vicino ad idee di centro destra. Infine il sito, ben fatto, ma nel quale manca completamente la rassegna stampa e soprattutto mal indicizzato. Se si provano a scrivere le parole “Ubaldo Bocci” su Google il sito ufficiale dell'ex renziano appare solo alla quarta pagina. Male, se non malissimo. Tra chi corre per entrare in consiglio comunale, la palma del più attivo va certamente al candidato di Fratelli d'Italia Alessandro Draghi, attivo da mesi con i propri video ed i post polemici contro l'amministrazione. Nel suo caso, al contrario, c'è il rischio di una sovraesposizione. Reattivi e mai banali Jacopo Bianchi e Massimo Sabatini (rispettivamente lista civica Firenze-Bocci sindaco e Lega), molto scaltra Eliana Canesi (lista Nardella sindaco) che ha invitato i tifosi della Fiorentina ad assistere nella sede del suo comitato alla semifinale di Coppa Italia contro l'Atalanta. Perché, come diceva Davide Toffolo con i suoi Tre allegri ragazzi morti nel 2016 “La sai la novità? Che siamo tutti uguali e tutti un po’ diversi. Tutti in fondo persi dentro al telefono”.

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